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Arcelor Mittal, i Genitori Tarantini «delusi7 dalle parole di Conte: «La città va salvata»

 
Redazione online

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Mitta, «Genitori Tarantini»: «Al Governo manca il coraggio»

Il rammarico dell'associazione per l’esito dell’incontro sul caso Ilva avuto ieri sera con il premier

Lunedì 10 Agosto 2020, 17:51

TARANTO - L’associazione Genitori Tarantini esprime «la propria delusione» per l’esito dell’incontro sul caso Ilva avuto ieri sera con il premier Conte a margine di un evento a Ceglie Messapica (Brindisi). «Obiettivo principale della delegazione - rilevano - era quello di consegnare personalmente al presidente Conte la lettera sottoscritta a quel momento da 5.060 liberi cittadini e 54 associazioni». Non c'è stata alcuna «risposta significativa sulla salubrità dell’ambiente e la salute dei cittadini», affermano, ma solo una "fantomatica transizione energetica che nulla vuol dire e che va contro le richieste a lui rivolte: chiusura delle fonti inquinanti, a cominciare dall’area a caldo dell’ex-Ilva». I Genitori Tarantini fanno presente di aver «ricordato che l'area a caldo è già stata dichiarata illegale e posta sotto sequestro senza facoltà d’uso e che l’Italia è già stata condannata dalla Cedu per non aver tutelato la salute e la vita dei tarantini. Eppure, questa produzione illegale continua ad essere in funzione. Per il presidente Conte, evidentemente, è più importante rifare il trucco a Taranto (promettendo 400 milioni per la città vecchia, per un acquario e relativo maquillage) che curare la città dai tumori che la stanno devastando. Preferisce un intervento di chirurgia estetica a operazioni atte a salvare delle vite». Infine, «non una parola di solidarietà - accusano i portavoce dell’associazione - nei confronti della mamma che gli ha raccontato della perdita della figlia; anzi, per dirla tutta, il premier si è anche permesso il lusso di riprenderla per quello che, secondo lui, era un sorriso. Totalmente negativo è stato, a nostro parere, questo incontro. Continueremo a chiedere, come in passato, la chiusura dell’area a caldo già concessa a Genova e a Trieste. E continueremo ad inviargli la stessa lettera, ogni settimana, corredata dalle sottoscrizioni che continuano ad aumentare»

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