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Massafra, scoperto un altro call center in un garage

 
Pamela Giufrè

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Pamela Giufrè

Massafra, scoperto un call center in un garage

Proliferano i call center nei garage. L’ultimo caso, denunciato dalla Slc Cgil di Taranto, riguarda una società che svolge attività per conto di Tim, a Massafra, in provincia di Taranto

Venerdì 24 Luglio 2020, 10:13

«La Provincia di Taranto convochi subito un tavolo tecnico per arginare il proliferare dei call center nei garage». L’ultimo caso, denunciato da Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto, riguarda un call center che svolge attività per conto di Tim in provincia di Taranto. Per l’esattezza a Massafra. Sempre più attività del settore stanno trovando spazio in seminterrati o appartamenti privati, agevolate in modo particolare dall’avvio dello smart working al quale hanno fatto ricorso la maggior parte delle aziende italiane e non per fronteggiare la pandemia da covid-19.

«Abbiamo subito segnalato il fatto - avverte Lumino - ma il punto è un altro: la situazione sta diventando insostenibile. Non è possibile riscontrare quasi quotidianamente la presenza di call center dietro una saracinesca».

Il call center di Massafra opera per conto di Tim. È questo soprattutto a preoccupare la Slc Cgil: «Siamo indignati del comportamento del committente e della leggerezza con la quale viene affidata l’attività a questi call center. Non è possibile continuare a scoprire saracinesche con persone che accettano di essere sottopagate e lavorare senza garanzie sulla sicurezza per un tozzo di pane. Ancora una volta non esiste il rispetto degli accordi nazionali in materia di retribuzione, per cui totale mancanza del rispetto dei diritti».

Il caso ricorda quello recentissimo di Crispiano. Analoghe modalità, analogo committente. «Tim - fa sapere il segretario della Slc Cgil - non ha ancora dato risposta sul call center a Crispiano ed oggi abbiamo denunciato condizioni molto simili a Massafra: siamo stufi».

Anche in questa circostanza il sindacato «chiede al Comune di Massafra di conoscere chi e come ha autorizzato tali attività» e «sollecita nuovamente la Provincia a convocare urgentemente il tavolo».

Così conclude Lumino: «Non ci abitueremo all’idea che si possa lavorare in garage, ma il comportamento di questi colossi è il vero problema e chiediamo di prendere responsabilmente atto di quanto sta avvenendo. Non possiamo permettere che si giochi sulla pelle delle persone».

Anche Teleperformance interviene sull’argomento, rilevando che «la cronaca delle ultime settimane testimonia come sia sempre più diffusa nel territorio pugliese e in particolar modo nella provincia di Taranto la presenza di call center irregolari con lavoratori sottopagati e non tutelati a discapito del settore tutto, degli stessi lavoratori e di quelle aziende che da anni, tra mille sacrifici e difficoltà cercano di dare quotidianamente dignità e credibilità al lavoro rispettando tutte le regole in materia di retribuzione, contributi, smartworking , sicurezza e ora protocolli Covid».

Teleperformance Italia spiega di aver «scelto, da sempre, la strada più giusta e senza mai scorciatoie: quella della legalità. La correttezza e il rispetto dei lavoratori sono imprescindibili e riteniamo che la crisi sociale ed economica, specie degli ultimi mesi, non può e deve giustificare condizioni di lavoro aberranti tali da sfociare nello sfruttamento. La nostra – conclude la società leader nel settore dei call center - è una realtà che non va solo raccontata ma va vissuta da protagonisti giorno per giorno e per questo motivo offriamo la nostra disponibilità ad effettuare colloqui di selezione immediati per progetti outbound a tutti gli operatori vittima di abusi e irregolarità che invieranno il proprio cv attraverso il blog di Teleperformance italia garantendo sin d'ora serietà , professionalità, trasparenza e rispetto delle regole ma soprattutto delle persone». 

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