In Puglia e Basilicata
la protesta
06 Giugno 2020
Redazione online
TARANTO - «Il ministro Patuanelli ha affermato che non ci si può più permettere di ragionare su una crisi aziendale e serve un piano strategico per la filiera. Tradotto vuol dire che nessuno può permettersi di chiedere la chiusura dell’area a caldo di Taranto visto che questa serve per fare produrre a freddo le acciaierie del nord. Con buona pace per la memoria dei nostri morti, per le sofferenze dei nostri malati di tumore».
E’ quanto denunciano gli attivisti dell’associazione Genitori Tarantini Ets intervenendo sulla vertenza dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal.
«Stiamo parlando - aggiungono - di un ministro che nessuna parola spreca per la salute umana. Cosa resta dell’acciaio, se non un cumulo di debiti, di perdite economiche insopportabili, oltre ai danni alla vita e alla salute delle persone e ai continui attacchi alla salubrità dell’ambiente? Cosa resta dell’acciaio, a noi tarantini, se non le lapidi con le foto di tante piccole vittime sacrificate al killer e ai suoi mandanti?».
Secondo i Genitori Tarantini «bisognerebbe sempre prendere decisioni importanti e coraggiose, se dettate dalla giustizia; ma, purtroppo, il coraggio non è di questo governo, come non lo è stato dei governi precedenti. A pensare male - concludono - si potrebbe intravedere una sudditanza a favore delle multinazionali della grande industria».
Altri contenuti dalla Sezione:
i più visti della sezione
PRIMO PIANO
Lascia un commento:
Condividi le tue opinioni su