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Arcelor Mittal, l'appello delle associazioni di Taranto: «Chiudere area a caldo»

 
Redazione online

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Ex Ilva, sindacati: anomalie su assunzioni e esuberi

«Non possiamo restare spettatori dell’ennesimo accordo calato dall’alto ai nostri danni», spiegano in una nota

Giovedì 05 Marzo 2020, 19:44

21:49

TARANTO - La strada che «è stata prospettata come irreversibile» dal sindaco e dall’amministrazione comunale «è quella di ottenere dal Governo un accordo di programma per la chiusura dell’area a caldo e una valutazione di impatto sanitario che verifichi la compatibilità di quella a freddo. Diversamente si prenderà atto della necessità di chiudere l'intero stabilimento siderurgico. Oggi prendiamo atto di questa opportunità perché non possiamo restare spettatori dell’ennesimo accordo calato dall’alto ai nostri danni». Lo affermano gli attivisti delle associazioni Giustizia per Taranto, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, GiorgioForever. Taranto Respira, Comitato Legamjonici, Comitato Niobe, Tamburi Combattenti, Isde Medici per l’Ambiente Massafra, Movimento TuttaMiaLaCittà e Acli Taranto, che ieri hanno partecipato all’incontro convocato dal sindaco Rinaldo Melucci sulla questione ex Ilva.
«Il percorso che l’amministrazione intende pertanto percorrere - aggiungono - è quello di fare massa critica fra attori istituzionali, parti sociali, associazioni di categoria e cittadini, per pressare il Governo centrale in questo senso. Soprattutto alla luce dell’accordo firmato, proprio ieri, da ArcelorMittal e Governo, che prevederebbe l’uscita di scena di Mittal nell’autunno prossimo». Le associazioni ricordano di aver scritto da tempo nel «Piano Taranto» che «l'Ilva non fosse più conveniente neppure dal punto di vista economico, e che lo fossero assai di più il risanamento e la riconversione del territorio. Abbiamo indicato tutti gli enormi costi del siderurgico e tutte le straordinarie opportunità che si aprirebbero con la sua chiusura, se inserita in una seria e responsabile programmazione».
Il momento che «Taranto sta vivendo - concludono - è assai delicato e forse irripetibile, per cui il senso di responsabilità che ci guida, ci impone di sondare ogni possibilità».

LE PAROLE DI TURCO - «Dalla mia analisi è emersa, alla data del 31 dicembre 2019, una scarsa capacità di spesa da parte delle amministrazioni responsabili. A tal riguardo a fronte di poco più 1 miliardo, risulta una spesa realizzata di 327 milioni di euro. Resta quindi una dotazione finanziaria ancora da spendere di 680 milioni di euro circa su interventi già in esecuzione o in progettazione». Lo ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco in occasione della riunione del Tavolo istituzionale permanente (Tip) per l’Area di Taranto, che si è ricostituito oggi a Palazzo Chigi dopo che la governance è stata assunta dalla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Turco ha espresso il suo «rammarico per l’assenza di alcuni Enti Locali». «A loro - ha aggiunto - voglio però esprimere la mia personale solidarietà in merito alle rivendicazioni espresse negli ultimi giorni. Auspico la loro partecipazione al prossimo Tavolo Istituzionale Permanente». Il sottosegretario ha spiegato che «la maggior parte delle misure risultano stanziate nel 2012 da differenti fonti di finanziamento, confluite nel 2015 nel Contratto istituzionale di Sviluppo di Taranto. In considerazione poi della capacità di spesa realizzata dal 2015 al 2019, pari a euro 327 milioni, la velocità di realizzazione del residuo programma d’investimento, risulta essere di 10,4 anni».
I nuovi responsabili «del governo del Cis Taranto», ha osservato Turco, hanno individuato una serie di «azioni di impulso sulla governance» per «accelerare la realizzazione delle misure già programmate riducendo al massimo i tempi, grazie anche al sostegno e alle competenze di Invitalia e del Dipartimento di programmazione economica, tutte strutture che saranno messe a disposizione degli Enti». 

TAVOLO TARANTO: M5S DISERTA INCONTRO - «Apprezziamo da parte del Governo il tentativo di coinvolgerci come auditori al Tavolo del Cis (Contratto istituzionale di sviluppo) per Taranto convocato oggi a Roma, ma abbiamo deciso di non partecipare. Ci uniamo infatti alla posizione espressa dai sindaci dell’area di crisi complessa e dagli Enti locali che diserteranno insieme a noi l’incontro». Lo fanno sapere i deputati tarantini del M5S, Giampaolo Cassese, Alessandra Ermellino e Giovanni Vianello, riferendosi al Tavolo istituzionale permanente (Tip) per l’Area di Taranto convocato per questo pomeriggio a Palazzo Chigi dopo che la governance è stata assunta dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
«Crediamo che sia arrivato il momento - aggiungono i deputati - di aprire una discussione pubblica sul futuro di Taranto, pianificando la riconversione economica con un accordo di programma che preveda la chiusura delle fonti inquinanti, con fondi certi e che inoltre sulle proposte si apra un ampio dibattito pubblico. Non abbiamo gradito negli ultimi mesi il tempo perso sul Cis, che sicuramente è stato più costruttivo quando a Taranto lo presiedeva Luigi Di Maio: ora - insistono - c'è una misteriosa mancanza di notizie che va di pari passo con l'imbarazzante assenza di confronto sul Cantiere Taranto».
A questo, osservano i parlamentari del M5S, «si aggiunge la miope visione su Ilva, basata su una continuità produttiva velenosa che la città e il territorio non vogliono. Inoltre siamo molto delusi dall’ennesimo affronto di Mittal che, a nemmeno 24 ore dalla firma dell’accordo con lo Stato, ha aperto la procedura di cassa integrazione per 130 addetti dello stabilimento di Cornigliano. Per noi - concludono - questo atteggiamento rivela una spregiudicatezza non accettabile».

EMILIANO: SOLIDARIETÀ AI SINDACI ASSENTI -  Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, esprime «totale e convinta solidarietà ai Comuni dell’Area di crisi, ed in particolare al Comune di Taranto, non presenti al Tavolo istituzionale permanente convocato dal presiedente Conte, a causa del mancato coinvolgimento nella vertenza tra Ilva in As e ArcelorMittal». Ne dà notizia la Regione precisando che Emiliano ha partecipato al tavolo in videoconferenza da Bari «al fine di rappresentare la comunità pugliese e le ragioni anche di coloro che non hanno inteso partecipare. Con lui l’assessore allo Sviluppo economico Cosimo Borraccino, il direttore generale di Asset Elio Sannicandro, il consigliere giuridico del presidente Rocco De Franchi».
«Al di là degli aspetti giudiziari - dichiara Emiliano - la vicenda è in evoluzione e la Regione, ancora all’oscuro dei contenuti del pre-accordo sottoscritto tra i Commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e l’affittuario ArcelorMittal, fa proprie le gravi preoccupazioni dei sindacati sul complessivo assetto contrattuale, sugli aspetti ambientali e di strategia industriale a medio e lungo termine».
«L'allarme lanciato - prosegue - impone un approfondimento deciso, iniziato oggi con il tavolo convocato dal presidente Conte, in un momento in cui servono equilibrio e responsabilità istituzionale».
«Esprimiamo apprezzamento sul nuovo impulso che il Governo intende imprimere sui lavori del tavolo del Cis - conclude - confermando che la struttura tecnica regionale è come sempre disponibile ad un contributo nel merito». 

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