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Taranto, l'ira dei sindacati: «Una catastrofe». «Governo di irresponsabili». «Ricatto»

 
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Ilva taranto, lavoratore

Da Cigl, Cisl e Uil segnali di allarme. Critiche contro il Governo. E l'annuncio di Morselli è un «ricatto nel ricatto»

Lunedì 04 Novembre 2019, 16:28

20:40

Dalla catastrofe, al Governo di irresponsabili, fino al ricatto. Sono dure le reazioni dei sindacati alla decisione da parte di Arcelor Mittal di rescindere il contratto di gestione dell'ex Ilva e rimettere tutto nelle mani dei commissari, abbandonando il sito di Taranto.

Fim, Fiom e Uilm hanno convocato d’urgenza per domani alle 9,30 un consiglio di fabbrica unitario «per decidere - affermano - le prossime iniziative dì mobilitazione. Siamo di fronte ad un vero e proprio ricatto della multinazionale e ad una mancata programmazione di politiche industriali da parte del governo che continua a non affrontare un tema scottante come il futuro ambientale, occupazionale e industriale di Taranto e di tutto il Mezzogiorno».

«ArcelorMittal deve chiarire quali siano le sue intenzioni rispetto all'accordo del 6 settembre 2018, indipendentemente dalla questione dell'immunuità. E chiediamo al governo la convocazione urgente del tavolo», ha tuonato Francesca Re David, segretaria generale Fiom, commentando la comunicazione dell'azienda. Va giù duro il genovese Fiom, Bruno Manganaro: «Un governo di irresponsabili e pasticcioni che si divide per 5 centesimi di tassa sulle bottigliette d’acqua e si dimentica di 15 mila lavoratori. Ora devono risolvere in fretta questa situazione o sarà battaglia. O tornano indietro o sarà un disastro dal punto di vista occupazionale e per la siderurgia italiana che vale 1-2% del Pil». Parla di «ricatto nel ricatto», invece, il segretario Fiom di Taranto, Francesco Briganti secondo cui i ministri «Patuanelli e Provenzano non potevano non sapere che c'era questa decisione. Anche oggi quando questa mattina alle 11 abbiamo avuto un incontro con il nuovo direttore del Personale non ci è stato detto nulla. Un’eventuale decisione di sospendere le attività produttive deve essere presa con i Commissari e i sindacati» ha concluso.

La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commenta su twitter: «La volontà di Arcelor Mittal di rescindere il contratto per l’acquisizione dell’Ilva è un fatto grave che chiama in causa la responsabilità del governo e della politica».«Siamo davanti ad un vero disastro industriale, sociale ed ambientale. Chiediamo a questo punto al Governo di intervenire ed alla azienda di recedere da questa decisione. Porremo stasera questo tema al presidente del Consiglio Conte come una priorità assoluta da affrontare per il bene della comunità di Taranto, del Mezzogiorno e del Paese tutto», aggiunge Furlan, facendo riferimento all’incontro già convocato per questa sera a Palazzo Chigi sulla manovra.

Per il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, la notizia è «un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale». E prosegue: "Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all'Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del 'Salva imprese' sullo scudo penale». 

Il segretario Barbagallo della Uil parla invece di catastrofe industriale: «La decisione di Arcelor Mittal prefigura una catastrofe industriale per il nostro Paese: senza gli stabilimenti coinvolti, il futuro della nostra economia diventa più incerto. Questo disimpegno, le cui origini sono da esaminare a fondo, è inaccettabile, perché è il preludio a un dramma occupazionale, sociale e ambientale che deve assolutamente essere evitato». «Il governo deve intervenire: lo chiederemo con determinazione al premier Conte, già nella riunione di questa sera a Palazzo Chigi», aggiunge a proposito dell’incontro già in calendario sulla manovra.

Per il sindacato Usb, invece le motivazioni di Arcelor Mittal sarebbero del tutto strumentali e pretestuose. E scrive: «Ora le ipotesi possibili sono solo due. La prima è che ArcelorMittal stia operando l’ennesimo ricatto al governo italiano e all’intero paese» per ottenere «un nuovo scudo penale, la disdetta degli impegni occupazionali, ottenere un’ulteriore, scandalosa proroga dei termini di adeguamento di afo2 alle prescrizioni e uno sconto sostanzioso sul canone di affitto. La seconda ipotesi è che effettivamente ArcelorMittal abbia deciso di revocare l’investimento in Italia. In questo caso comunque la multinazionale avrebbe tratto un grande profitto dall’aver impedito che il gruppo siderurgico andasse a un’impresa con reali volontà industriali».

Per il presidente di Federacciai, Alessandro Banzato «Le conseguenze per la filiera sarebbero enormi, esponendo tutti sempre di più alle dinamiche delle importazioni, ma sarebbero pesanti anche per la siderurgia Italiana nel suo complesso che è, ricordiamolo, la seconda in Europa e la decima al mondo. Quello che temevamo purtroppo si è verificato: cambiare le regole del gioco in corsa poteva fare saltare il banco». «Il mio auspicio è pertanto quello che si riapra velocemente il confronto e che questo possa portare ad una soluzione positiva che abbia come obiettivo condiviso il mantenimento della produzione siderurgica a Taranto». Così sottolinea in una nota il Presidente di Federacciai. «Tutti adesso si agitano giustamente per il problema sociale che ne può scaturire e in molti dimenticano la radice della questione, quella senza la quale non c'è lavoro, ovvero l’enorme problema industriale che discenderebbe dalla chiusura di Taranto».

Per Cgil Puglia: «I lavoratori e i cittadini di Taranto non diventino le vittime sacrificali del rimpallo tra Governo e azienda in quella che rischia di essere una vera e propria bomba sociale».  «Impresa e governo - prosegue il segretario Pino Gesmundo - rispettino gli accordi già presi che consentono, non senza responsabilità sul mantenimento dei livelli occupazionale e impegni di investimento sulla compatibilità ambientale, di affrontare una situazione già delicata di suo in cui sono in gioco il diritto al lavoro e alla salute dei cittadini tarantini che vedono infrangersi un fragile patto tra la città e il sito produttivo». «Governo e Mise - conclude - convochino subito un tavolo urgente con le parti sociali e istituzioni territoriali per risolvere la questione».

Secondo Federmeccanica «La decisione del Governo di eliminare lo scudo penale per i manager di ArcelorMittal Italia, congiuntamente alle decisioni del Tribunale di Taranto sullo spegnimento dell’altoforno, ha portato la società a notificare ai commissari straordinari dell’Ilva la volontà di rescindere l'accordo per l’acquisizione delle attività della maggiore acciaieria italiana. E’ la peggiore situazione che poteva profilarsi da quanto lo scorso giugno, proprio nei giorni della nostra Assemblea Generale a Taranto, si era ipotizzata questa soluzione nel voto di fiducia sul Decreto Crescita. Soluzione che considero assolutamente deleteria». Lo sottolinea in una nota il presidente Alberto Dal Poz: «Ho sempre insistito sulla necessità di creare un clima di fiducia, perché senza fiducia non ci può essere crescita e il nostro Paese ha soprattutto bisogno di questa. Quello che sta accadendo in queste ore va nella direzione opposta, quella sbagliata della sfiducia, attraverso l’applicazione di una norma che va contro il rispetto degli accordi presi». 

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