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I giovani di destra: «Noi patrioti europeisti dimenticati dall’Ue»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

I giovani di destra: «Noi patrioti europeisti dimenticati dall’Ue»

Il raduno dei giovani di FdI

L’identikit degli under 30 di FdI in Puglia per il raduno nazionale

Lunedì 04 Giugno 2018, 19:01

MARINA DI PULSANO (TARANTO) - Preferiscono definirsi «patrioti» più che sovranisti. Sono i giovani di Fratelli d’Italia, tutti con la maglietta verde di Gioventù nazionale e la scritta «Fortemente credere», la stessa con la quale è stato immortalato il governatore Michele Emiliano dopo il dibattito con Guido Crosetto. Cinquecento giovani, in larga parte provenienti dalle regioni del Sud, ma anche da Liguria, Lombardia ed Emilia, hanno animato «Fenix», il raduno della destra giovanile che si è tenuto nel fine settimana a Marina di Pulsano.

Al tempo dell’identità liquida, i giovani della Fiamma ripartono da un profilo post-ideologico ma con tanti punti fermi simbolici: «Vogliono essere protagonisti nella nostra Italia, con il volontariato nelle zone terremotate come nelle battaglie per la riforma presidenzialista», spiega Fabio Roscani, segretario nazionale di Gioventù nazionale. Sono affascinati dalla narrazione della palestra anti-camorra di Maddaloni, dalle politiche identitarie del premier ungherese Victor Orban, al punto che programmano, spiega Roscani, «in autunno una manifestazione sull’Europa con tutti i giovani patrioti del continente, perché siamo fieri di essere europei, ma siamo dimenticati da questa Ue che riduce ogni diritto sociale».

Che musica ascoltano? Che libri leggono? Che film vanno a vedere al cinema? I giovani di «Fenix», età media ventidue anni, sono alla ricerca di nuove suggestioni e così incrociano la passione per musica alternativa (il cosiddetto rock identitario che ha in Skoll l’interprete più raffinato) con l’attenzione per le sonorità «trap», anche se poi le definiscono troppo nichiliste («non ci piace Young Signorino») e si rifugiano nei messaggi dei cantautori considerati «di destra», Lucio Battisti su tutti. In economia preferiscono Ezra Pound a Paolo Savona, che pur ammirano. Il livre de chevet? «La via del Sol Levante» (Idrovolante) di Mario Vattani, un vero manuale di resistenza spirituale ambientato nel Giappone moderno. «Tanti sono venuti in Puglia per proseguire con noi - spiega Andrea Piepoli, tarantino, dirigente nazionale - la ricerca di un significato per la parola “avanguardia”. Oltre la vita di partito c’è la metapolitica e la sperimentazione. Del resto, il 4 marzo sono saltate tutte le categorie…».

Le parole d’ordine? «Appartenenza» e «comunità», insieme all’ambientalismo che nel comprensorio ionico è un manifesto che dovrebbe fare sintesi con la produzione dell’acciaio, «finalmente depurato dai troppi veleni». Tra questi ventenni che sognano di cambiare l’Italia ci sono «nostalgici della carta» che comprano i quotidiani in edicola, ascoltano i dogmi politicamente scorretti del giornalista-scrittore Mario Giordano, i trascorsi nella Rsi di Hugo Pratt ricordati dall’intellettuale Maurizio Cabona, ma poi corrono a controllare lo smartphone, «dove attraverso i social scorre tanta vita, anche politica». Roscani chiosa così: «Andiamo anche a vedere i film di Paolo Sorrentino. Berlusconi per noi è il passato, i Cinquestelle non ci convincono perché non hanno un orizzonte ideale. Il premier Conte? Non lo conosciamo noi, come gli stessi addetti ai lavori. La Lega? Speriamo faccia cose di centrodestra al governo: la destra in Italia non è Salvini, ma ha la sua casa nel patriottismo dinamico di Giorgia Meloni».

Michele De Feudis

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