Fuoco amico sui vertici provinciali del Partito democratico. La carica dei 101, tanti sono i firmatari di un documento inviato alla commissione regionale di Garanzia ed a quella nazionale del Pd, si è abbattuta principalmente contro l’ex deputato ma ha colpito anche il segretario provinciale. Per essere precisi i firmatari di questo documento, quasi tutti esponenti dell’area Fronte Dem (la corrente che fa capo a Michele Emiliano) invitano il presidente dell’Assemblea provinciale del Pd (Ludovico Vico) a rassegnare le dimissioni mentre deferiscono agli organismi competenti Mancarelli riservandosi di assumere ogni ulteriore iniziativa. Nel lungo elenco dei firmatari, spicca il nome del consigliere provinciale, il laertino Stano e del coordinatore del Pd di Massafra, Domenico Lasigna. In generale, la mappa degli anti Vico (ed anti Mancarelli) sembra essere presente (leggendo i nomi dei firmatari) maggiormente a Manduria, Lizzano, Statte, Pulsano, Massafra e Laterza.
Ma cosa scrivono gli oppositori dell’attuale guida del Pd ionico? «Le recenti udienze del processo "Ambiente svenduto" che si sta celebrando a Taranto, accostate alla vicenda della trattativa, ormai fallita, del governo sulla vendita dell'Ilva, hanno prodotto, anche attraverso la sintesi giornalistica, l'effetto - si riporta testualmente - di macchiare indelebilmente la credibilità e l'immagine del Partito democratico ionico rappresentandolo come il partito del "padrone"».
Ed ancora, in tale contesto ha destato vivo scalpore e sconcerto l’interrogatorio, nel processo “Ambiente svenduto”, dell’ex deputato. Ludovico Vico, che ha ammesso - ricordano gli esponenti dell’area Emiliano - di aver ricevuto da patron Riva un finanziamento di 49mila euro per la sua campagna elettorale del 2006 e, dal signor Archinà, un testo con il quale si proponeva la modifica dell’articolo 674 del codice penale con l’obiettivo di una sostanziale depenalizzazione del getto pericoloso di cose (ma l’ex parlamentare ha dichiarato in aula di non aver dato seguito a quella richiesta, ndr). Non spetta a noi - assicurano i firmatari - entrare nel merito della questione giudiziaria ma è il caso di sottolineare che i fatti contestati a Vico hanno alimentato un diffuso sentimento di sdegno per una condotta politica quantomeno opaca. Se a tutto ciò si aggiunge che, contestualmente, il sedicente segretario provinciale del Pd Jonico è sotto processo per stalking e diffamazione su querela di Luigi Romandini, già dirigente del settore Ambiente della Provincia di Taranto, quando Mancarelli ricopriva l’incarico di assessore all’Ambiente, ne deriva - non hanno dubbi i firmatari dell’atto d’accusa - che, a causa delle responsabilità del suo attuale vertice, il Pd Jonico viene considerato il partito di “ambiente svenduto”».
Poi, l’attacco finale: «Non possiamo, a tal proposito, fare a meno di rilevare che ormai la misura è colma e che questa situazione è ritenuta politicamente insostenibile da parte di tanti iscritti, militanti ed elettori del Pd ionico. La nostra comunità democratica fatta di gente libera ed onesta non può più tollerare - si afferma in maniera solenne - di essere rappresentata da personaggi che operano in violazione del codice etico del nostro partito».
E così, si arriva alla stoccata finale: «Di conseguenza chiediamo a Ludovico Vico di rassegnare le dimissioni da presidente dell’Assemblea provinciale e deferiamo agli organi competenti Giampiero Mancarelli, riservandoci ogni ed ulteriori iniziative a tutela dell’immagine e degli interessi generali del Pd».