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Da Sava al gelo dell'Antartide per Capodanno, è lui il primo pugliese a brindare al 2025

Da Sava al gelo dell'Antartide per Capodanno, è lui il primo pugliese a brindare al 2025

 
maristella massari

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maristella massari

Da Sava al gelo dell'Antartide per Capodanno, è lui il primo pugliese a brindare al 2025

Il savese Gianpaolo Santoro è responsabile sanitario della base italiana

Giovedì 02 Gennaio 2025, 07:00

BARI - Un brindisi sotto l’abbacinante sole di mezzanotte nella base italiana tra i ghiacci perenni dell’Antartide. Gianpaolo Santoro è a buon diritto il pugliese che ha salutato prima di tutti i suoi conterranei l’arrivo del nuovo anno. Se non altro perché il fuso orario del Polo Sud è 12 ore avanti al nostro.

Laureato in medicina e chirurgia e specializzato in Otorinolaringoiatra, il professor Santoro è originario di Sava, comune della provincia orientale di Taranto. Da 5 anni lavora presso l’ospedale Maggiore di Parma dove ricopre il ruolo di Direttore dell’Unità operativa di Chirurgia oncologica faringo-laringea e di professore a contratto della stessa Università di Parma.

Attualmente è in missione per l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) come medico chirurgo nella quarantesima spedizione italiana in Antartide.

L’Italia è presente in Antartide dal 1985, con un programma nazionale finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Nella terra dei pinguini l’Italia ha potuto costruire due basi logistiche, la stazione «Mario Zucchelli», aperta soltanto durante l’estate australe, da novembre a marzo, e la stazione «Concordia», gestita insieme alla Francia, che invece è aperta tutto l’anno.

È proprio nella prima delle due basiche opera il professor Santoro. Le stazioni ospitano i tecnici e i ricercatori che partecipano alle campagne organizzate per consentire ai nostri tanti ricercatori di svolgere attività di ricerca scientifica e tecnologica in Antartide. Ogni anno sono circa 300 i ricercatori italiani, che svolgono a tempo pieno attività nell’ambito del programma antartico, e, ogni anno, partono per l’Antartide circa 200 persone tra tecnici e ricercatori.

«Qui tutto è estremo - racconta il professor Santoro -, comprese le emozioni che cominciano ancora prima di arrivare, quando ricevi la conferma che sei stato selezionato per la missione». Prima ancora delle emozioni, ad essere estreme sono le temperature. Pur essendo in piena estate antartica, il termometro resta ben al di sotto dello zero.

«Il viaggio è lungo e faticoso. Il mio è durato 5 giorni, se consideriamo la partenza dall’aeroporto di Brindisi, durante i quali monta pian piano la smania di giungere a destinazione. Roma, Dubai, Sidney Nuova Zelanda e finalmente fai il primo passo sul ghiaccio antartico - aggiunge il medico che si prende cura della salute di tutti i componenti della base italiana al Polo Sud -. Poi ancora voli, su mezzi sempre più piccoli fino ad arrivare alla base italiana».

Tra i primi ricordi più belli e intensi ci sono i colori nuovi di una terra così selvaggia e incontaminata. «Il bianco accecante e i silenzi che ti neutralizzano, ti ripuliscono da sovrastrutture inutili, ti armonizzano con la natura - racconta ancora Santoro -. Periodicamente però sovviene un po’ di nostalgia ci sono giornate tristi pensando ai propri cari, lontani, ai luoghi a noi familiari, alle proprie abitudini. Ma passa in fretta perché qui non ci manca mai da fare. Ci aiuta il fatto che il cibo è italiano, così come lo chef che lo prepara. E così, siccome ogni sabato c’è la pizza, qui c’è l’abitudine di scandire il tempo in settimane e di fare il conto alla rovescia con le pizze che mancano». E il menu del cenone di San Silvestro? «Abbiamo approfittato del beltempo e abbiamo fatto una grigliata a mezzanotte, tanto qui il sole era alto e c’erano solo due gradi sotto lo zero. Poi alla mezzanotte abbiamo alzato i calici e bevuto spumante italiano».

L’avventura tra i ghiacci e i pinguini è diventata anche un racconto social. «Di questa esperienza unica - spiega il dottor Santoro -, annoto quasi giornalmente delle riflessioni che in parte condivido iconograficamente su un profilo Instagram creato appositamente che può seguire chi volesse farsi un’idea più approfondita sul posto e sulla missione (https://www.instagram.com/otorinolaringoantartide/)».

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