«Una grande vittoria per tutto il movimento. Anche per i presidenti che dovranno pagare». Così Alessandra Signorile commenta quanto accaduto mercoledì a Roma in commissione Bilancio del Senato: le atlete, con l’approvazione dell’emendamento che equipara le donne ai colleghi maschi, diventano sportive professioniste anche da un punto di vista contrattuale. Per la presidente della Pink Bari l’unica strada possibile per alzare l’asticella e far crescere il livello delle calciatrici in Italia.
«Credo sia una vittoria per tutti quelli che lavorano da anni nel pallone a tinte rosa - spiega nel dettaglio Signorile, già membro del consiglio direttivo della divisione calcio femminile in Figc -. Aumenteranno i costi e cresceranno i problemi che porta in dote un rapporto di lavoro subordinato ma al contrario saremmo state destinate a rimanere nel limbo del calcio nazionale e internazionale. Ora bisognerà capire come e da quando questa legge entrerà in vigore. Prima sarà necessario stilare un contratto collettivo nazionale. Divisione calcio femminile, società e l’Aic dovranno lavorare sodo».
Per promuovere il professionismo nello sport femminile l’emendamento introduce un esonero contributivo al 100% della durata di tre anni per le società che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo. «Fino ad oggi riconoscevamo alle ragazze dei rimborsi che dal punto di vista fiscale non prevedevano contributi - dice la presidente -, che fino a 10mila euro netti l’anno erano anche detassati e che non fornivano nessun tipo di assistenza sanitaria o pensionistica per le calciatrici. In Italia solo due società facevano eccezione: il Milan e l’Inter. Ora le calciatrici saranno più tutelate. Sotto l’aspetto sociale pensare a malattia e maternità, come fanno da sempre tutte le lavoratrici comuni, fino all’altro ieri era un’utopia. Adesso è una magnifica realtà».