Nel 1960 viene individuato in Argentina, nelle campagne circostanti Buenos Aires, un uomo che sembra essere Adolf Eichmann, l’architetto della «soluzione finale». La scoperta è delle più casuali, perché una ragazza, che ignora di essere di origine ebrea, esce con un ragazzo e lo porta a conoscere il padre cieco, che parlando con lui capisce trattarsi del figlio di Eichmann. Così contatta gli israeliani e il servizio segreto Mossad manda una squadra a indagare sul caso. Il racconto dell’operazione che portò alla cattura, in Argentina, di Adolf Eichmann, fra i principali responsabili della famigerata «Soluzione Finale», per poterlo sottoporre allo storico processo che ne sancì la colpevolezza, trova la sua ispirazione cinematografica in Operation finale, in onda domenica 14 luglio alle 21.10 su Rai Storia per «Binario cinema».
Il film, diretto dal regista di formazione in «American Pie» Chris Weitz, è basato sulla vera storia di come un gruppo di agenti segreti israeliani individuarono e arrestarono il famigerato ufficiale delle SS. Nel cast Oscar Isaac, Ben Kingsley, Mélanie Laurent, Peter Strauss, Nick Kroll e Lior Raz. Il film è tratto da varie fonti, in particolare il libro di memorie di Peter Malkin Nelle mie mani, in cui si racconta proprio la sua esperienza faccia a faccia con Eichmann. L’agente è qui interpretato da Oscar Isaac, il quale all’epoca del film raccontò: «Mentre stavamo lavorando sul set, ci sono stati i fatti di Charlottesville - dove si è tenuta una manifestazione nazista nell’agosto 2017 - e improvvisamente stavamo facendo un’opera sul presente».