Dopo il debutto al Teatro Carcano di Milano, arriva in Puglia S/Calvino o della libertà il nuovo spettacolo di Mario Perrotta autore e regista leccese, vincitore per ben quattro volte del Premio Ubu, l’Oscar italiano del teatro. Una premessa: non è un omaggio a Calvino, seppure è occasione di riflessione su questo grandissimo intellettuale a 100 anni dalla sua nascita; quello di Perrotta è uno spettacolo in cui Calvino è l’approdo di un processo che ha origini lontane, è tirare la linea sotto la somma di riflessioni impellenti e urgenti incentrate sul tema della libertà.
«Ho dato voce a questa esigenza già con lo spettacolo Libertà rampanti – rammenta Perrotta - un dialogo a tre voci con Sara Chiappori e Vito Mancuso, in cui ragionavo di libertà attraversando vari autori da Sofocle, a Sant’Agostino, a Shakespeare, Dostoevskij, Morante, e approdavo a Calvino».
«S/Calvino o della libertà» o preferisce già il nuovo titolo «Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà» dove Calvino e la libertà rimangono costanti?
«Ho scelto di cambiare titolo per fugare ogni aspettativa di spettacolo-omaggio. Ho sempre avuto un’ossessione letteraria per Calvino, ma al contempo l’ho allontanato in rispetto alla potenza della sua scrittura. L’anniversario mi ha spinto a coagulare intorno a lui la mia pressante concentrazione sul tema della libertà, quella preziosa conquista che si sta allontanando sempre di più dal concetto illuminista di libertà condivisa per essere sostituita dal libertarismo sfrenato ed individualista privo di autoregolamentazione. Questo desiderio profondo e ancestrale di libertà ha assillato Calvino lungo tutta la sua produzione a prescindere dai vari momenti che si possono riconoscere nella sua opera e per ragionare con lui ho dovuto s/paginarlo, s/combinarlo, «scalvinarlo»...
E dunque la vertigine e il Nano. Cosa ci aspettiamo in scena?
«Di tutta la produzione letteraria di Calvino scelgo La giornata d’uno scrutatore scritta nel 1963, un racconto autobiografico in cui l’autore con lo pseudonimo Amerigo Ormea, tratteggia la situazione durante le elezioni al Cottolengo di Torino, dove lui era stato già come candidato nel 1953 e poi come scrutatore alle amministrative del 1961. Il protagonista è un Nano ed è lui che porto in scena perché è quello meno libero: non lo è fisicamente, non lo è mentalmente perché “provvisto di occhi senza pensieri dietro”; e ovviamente non è libero di determinarsi eticamente. Sull’incrocio fugace dello sguardo del Nano con quello dell’onorevole della DC, una vertigine in cui il politico è “appiattito al livello delle cose, come una foglia morta” Calvino costruisce la sua pagina ed io invento il vissuto del protagonista intrecciando le altre opere di Calvino in un tessuto che precipita nella forma del teatro-canzone in cui è inutile riconoscere testi e fonti perché protagonista è la riflessione sulla libertà».
Quattro premi Ubu di cui l’ultimo vinto come «Miglior autore italiano teatrale anno 2022» per il testo «Dei figli».
«Ero stato già candidato altre tre volte in questa categoria, e ora è arrivata la vittoria. Questo mette un punto fermo sul mio essere uomo di teatro e conferma che l’autore è una quarta entità che mi appartiene, autonoma e non strumentale o funzionale all’idea del regista, all’interprete e all’attore. Tra l’altro il premio arriva per uno spettacolo corale con undici interpreti che spero sdogani finalmente e definitivamente la figura di Perrotta da solo in scena».
S/Calvino – o della libertà andrà in scena questa sera alle 21 al Teatro Comunale di Ceglie Messapica, domani e martedì 18 aprile, sempre alle 21, sarà invece al Teatro Paisiello di Lecce preceduto alle 11, in entrambe le giornate, dalle repliche per le scuole. Tutti gli appuntamenti rientrano nelle stagioni dei due rispettivi comuni realizzate in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.