I casi sono centinaia anche a Bari, dove due finanziarie (una fallita, l’altra invece non opera più sulla piazza) proponevano questo genere di offerte a dipendenti e pensionati Inpdap, soprattutto ex appartenenti alle forze dell’ordine. Sulla carta, il tasso di interesse era particolarmente competitivo. Ma con una postilla, piccola piccola, che al momento della firma nessuno ha notato: dall’importo totale del prestito (si veda il grafico in alto, che rappresenta un caso reale), la finanziaria detrae subito una serie di spese accessorie. Quelle spese non sono restituibili nel caso il cliente decida, come è suo diritto, di estinguere anticipatamente il prestito o di ricorrere alla cosiddetta portabilità: nei fatti, dunque, il tasso di interesse «vero» è molto più alto di quello pubblicizzato e - soprattutto nel periodo iniziale di ammortamento - addirittura superiore alle soglie di usura.
m.s.
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