Giovedì 13 Novembre 2025 | 19:35

Fiera, all’inaugurazione Emiliano attacca Decaro: «No all’uomo solo al comando»

Fiera, all’inaugurazione Emiliano attacca Decaro: «No all’uomo solo al comando»

 
Redazione online (video Donato Fasano)

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Redazione online (video Donato Fasano)

Il governatore uscente: «A chi verrà dopo di me auguro di proseguire con la stessa gioia e con la necessaria autoironia». La replica del candidato successore: «Non penso di avere mai deciso tutto da solo»

Sabato 13 Settembre 2025, 10:41

16:45

Un vero e proprio testamento politico, non senza toni polemici nei confronti del candidato Antonio Decaro. Dal palco dell'inaugurazione della Fiera del Levante il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha per certi versi tracciato un bilancio politico della sua esperienza di governatore incassando anche due lunghi applausi: il primo per 38 secondi quando è stato ringraziato dal sindaco di Bari, Vito Leccese. Il secondo applauso quando è stato lui, visibilmente commosso, a «ringraziare tutta la Puglia».

Il governatore aveva preparato un lungo discorso ma in molti punti è andato a braccio. «Mi dispiacerà l’anno prossimo – ha detto Emiliano - non essere più con voi dopo 21 anni. La prima volta nel 1994 Berlusconi mi disse “Bel discorso, ma la prossima volta legga più piano». Poi il bilancio dell’esperienza della primavera pugliese in confronto con quanto avvenuto a Roma: «A livello nazionale dal 2006 non vinciamo un’elezione politica e abbiamo dato vita a una serie di situazioni non troppo positive. In Puglia abbiamo creato un nostro modello, dal 2004 abbiamo sempre vinto tutto. Vittoria elettorale non in sè ma per cambiare la storia della nostra comunità».

Poi l’affondo nei confronti di Antonio Decaro, che era in platea ad ascoltare, in riferimento alla partita delle candidature che ha visto l’estromissione di Emiliano. «Quello che è successo nelle scorse settimane rimane imperscrutabile, perché non pare legato ad alcun reale tema di natura politica. E tuttavia, con la responsabilità' di sempre e con l'amore per la propria terra, chi ha avuto più giudizio l'ha usato. Per il futuro dobbiamo assumerci l'impegno che episodi simili non si ripetano più. Mettiamoci alle spalle queste settimane».

A Decaro è rivolta anche l’accusa non troppo velata di inseguire il modello dell’«uomo solo al comando» che – secondo Emiliano – esisteva prima dell’avvento del centrosinistra in REgione: «Abbiamo voluto eliminare il modello dell’uomo solo al comando che decideva tutto. Abbiamo inaugurato un modello di ascolto, scrivemmo programmi di governo partiti dal basso, definimmo piani strategici con l’aiuto dell’Universita e del Politecnico. Ci aprimmo ai migliori uomini e donne della Puglia senza chiedere loro da dove venissimo, lo dico guardando in faccia il mio amico Nichi Vendola. I partiti, in profonda crisi, non presero bene la cosa ed etichettarono come trasformismo la nostra capacità attrattiva, paragonandola alle pratiche parlamentari di Giolitti e De Pretis che ovviamente erano tutt'altra cosa, svolgendosi ad elezioni già avvenute e non prima al momento della costruzione del progetto politico. È stato così che l'asse politico della nostra regione si è progressivamente spostato, trasformando quella che un tempo veniva definita l'Emilia Nera in una terra dove il centrosinistra governa ancora oggi e dove l'esito elettorale appare spesso ampiamente prevedibile già prima del voto». Poi ancora una stoccata a Decaro e al suo veto, sempre senza citarlo: «Qualcuno - ha detto Emiliano riferendosi alle critiche del suo successore - lo chiama sistema di potere. Se fosse stato questo le cose sarebbero andate diversamente».

C’è sempre Decaro nel mirino anche quando ricorda il percorso comune del suo centrosinistra. «Nel 2004 sono “nati” tutti i politici più importanti del centrosinistra odierno, anche quelli che sembrano più giovani, e tutti abbiamo, con ruoli diversi, costruito con le persone di questa terra il blocco sociale e democratico che ha governato sino ad oggi in piena continuità, senza salti logici. Tutti noi siamo parte di questa storia, che abbiamo contribuito a costruire sin dall’inizio, e da essa non possiamo prescindere. La vera discontinuità non consiste nel rinnegare il passato, ma nel saperne valorizzare l’eredità per costruire un futuro ancora più solido».

«Tutti hanno detto che è l’ultimo discorso di Michele Emiliano alla Fiera del Levante. Per ora, vi dico io», ha detto scatenando un altro applauso: «Ovviamente - ha scherzato - mi riferisco al ruolo di presidente del Consiglio, non voglio allarmare i locali». «A chi verrà dopo di me - il riferimento ancora a Decaro - auguro di proseguire questo cammino con la stessa gioia e con la necessaria autoironia che serve a vivere questa esperienza non come un peso».

Il discorso di Emiliano si è concluso con parole commosse, e con il pubblico in piedi ad applaudire per oltre un minuto: “Adesso permettetemi di ringraziare tutta la Puglia perché io sento la Puglia come una comunità di persone che mi ha aiutato. Come dice Jovanotti io sono un uomo fortunato, ho avuto a disposizione la più formidabile, leale squadra di governo partita come tutti noi nel 2004 quasi da zero. Non perdete questo patrimonio bellissimo, perché governare la Puglia è una delle cose più gioiose che possano esserci. Auguri alla mia bellissima Puglia».

Decaro, che all’inizio della giornata aveva detto che avrebbe salutato Emiliano, gli ha risposto a margine della cerimonia. «Non credo di essere il prototipo dell'uomo solo al comando». «Del discorso di Michele Emiliano – ha proseguito Decaro - ho preso il riferimento al fatto che siamo in ritardo sulla costruzione del programma quindi vado a continuare la fase di ascolto per completare il programma con la coalizione. Partendo dal basso: l'altro giorno ho ascoltato le associazioni datoriali, dell'industria e dell'artigianato, adesso tocca al commercio, al sindacato, e al terzo settore».

Nel discorso di apertura il sindaco di Bari, Vito Leccese, aveva ringraziato il governatore uscente Michele Emiliano, salutato da un lungo applauso: «Questa città e questa regione ti devono molto. Alla vigilia di un nuovo capitolo dovremo trovare insieme strade nuove». Il primo cittadino ha difeso la scelta di schierarsi contro lo Stato di Israele: «Bari - ha detto - mai resterà in silenzio davanti a un popolo che muore sotto le bombe o per fame».

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