BARI - «Sono come il giovane Buddha Siddharta, che aspetta di sapere per quale motivo la prima regione italiana nella capacità di spesa dei fondi nazionali, di quelli europei, deve firmare l'accordo per ultima. Prima mi ero dato una spiegazione che, in qualche modo, passava da Raffaele Fitto, ma forse mi sono sbagliato. Raffaele non è il responsabile di questa storia, il vero responsabile à la cassa della Repubblica italiana». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine del Festival della Regione, sull'accordo di coesione.
Secondo Emiliano «se mi danno i soldi del Fsc - ha detto - siccome noi abbiamo già pronte tutte le graduatorie per riversare questi soldi immediatamente su più di 6000 imprese perché c'è già una graduatoria pronta da due anni, noi rischiamo di svuotare la cassa dello Stato ancora di più e rendere ancora più drammatica la redazione della legge di bilancio, perché ovviamente ci sono dei problemi di competenza e dei problemi di cassa. Evidentemente non hanno questi soldi e quindi stanno ritardando, sapendo che se alla Puglia dai il via, immediatamente vince il suo concorso».
Ricordiamo che l'appuntamento per la firma era stato fissato per oggi, 22 ottobre, ma dal Dipartimento per le politiche di coesione hanno fatto presente che la data del 22 ottobre non era definitiva e che in ogni caso non è ancora completato il dossier Puglia, unica delle 20 Regioni ad essere rimasta senza gli aiuti Fsc da 6,4 miliardi.
Emiliano è poi tornato sulla questione durante i lavori in Consiglio regionale. «Sulla storia del Fondo sviluppo e coesione forse ho sbagliato nell’immaginare che fosse colpa di Raffaele Fitto, forse ho sbagliato a pensare che la colpa fosse di Raffaele Fitto, perché probabilmente c'è un problema di cassa vuota». «Abbiamo detto» al governo «dateceli anche se avete la cassa vuota, se poi non ce li volete dare per altre ragioni, almeno spiegatelo, perché questi soldi non sono di Emiliano, non sono del centrosinistra, non sono dei comunisti, come diceva Berlusconi, sono dei pugliesi».