BARI - «Ben venga l’azione della Procura di Bari e mi auguro che vada fino in fondo. Ma l’impegno delle forze dell’ordine non basta se non ci rendiamo conto della necessità di intervenire anche sulla politica, con una selezione più attenta delle classi dirigenti e un “no” secco al trasformismo». Don Angelo Cassano, parroco di San Sabino e referente regionale di Libera, stamattina sarà in piazza a Bari nella manifestazione pro-Decaro. E lancia un allarme insieme a un messaggio di speranza. «Credo che non sia tardi, anzi questa situazione può addirittura essere salutare. L’inchiesta giudiziaria ha messo in evidenza i connubi tra le mafie e una certa politica, le infiltrazioni nel mondo imprenditoriale e addirittura nello sport. La città e la classe politica dovrebbero prenderne coscienza. Si è fatto tanto, non possiamo nasconderlo. Ma dobbiamo prendere atto del fatto che Bari resta una città mafiosa: bisogna rigenerare la classe politica e la società civile che dovrebbe rendersi meno passiva».
Quello della pervasività delle mafie nel tessuto sociale non è un fenomeno nuovo. E Libera lo denuncia da tempo, anche a Bari. Qualcuno deve fare autocritica?
«Abbiamo sempre lanciato l’allarme sul pericolo che in qualche modo le mafie si stavano evolvendo in forme nuove, più silenziose ma più affaristiche, legittimando la zona grigia di cui stiamo parlando in questi giorni. Così come ci preoccupava l’esplosione dei b&b, di chi investe in città con una enorme capacità anche rispetto al welfare sostitutivo mafioso. Non c’è settore della vita sociale che non viene inficiato».
Appunto: la politica che viene a patto con i clan, cui dispensa soldi e favori in cambio di voti.
«La compravendita dei voti non è un fatto nuovo. Ma le forme emerse, che la elevano a sistema, fanno emergere un civismo che a noi non è mai piaciuto. Dentro le liste civiche tante volte sono annidati interessi del tipo più vario, anche quelli delle mafie. Bisognava essere più vigili rispetto a questo rischio»...
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