PUGLIA - Vetrine spente, la polvere che forma un velo su quelle che erano storie d’impresa e di vita, strade che rischiano di trasformarsi in luoghi bui, terreno fertile per il degrado. Dal Gargano al Salento ma, in realtà, un po’ in tutte le città del Sud e Nord Italia, la desertificazione commerciale sta avanzando inesorabilmente e rischia di lasciare senza accesso ai servizi, ai beni alimentari e di prima necessità soprattutto i centri storici. Insomma, tra crollo dei consumi e aumento delle spese fisse, il tessuto commerciale delle città della Puglia (e non solo) si sta purtroppo sfilacciando.
Se l’anno scorso erano state quasi 100mila le attività di commercio al dettaglio e oltre 15mila le imprese di commercio ambulante a essere «sparite» nei dieci anni precedenti, quest’anno il totale sale rispettivamente a più di 110mila e a oltre 24mila. È questo il quadro che emerge dalla consueta analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d'impresa nelle città italiane, effettuata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio.
In Puglia, analizzando i dati provinciali forniti dall’ Ufficio Studi Confcommercio, solo a Bari c’è stato un calo di circa un migliaio di attività commerciali al dettaglio fuori del centro storico e oltre 200 in pieno. centro. Numeri di attività in calo un po’ in tutte le città capoluogo della Puglia.
Il trend si conferma e si accentua anche per quanto riguarda la crescita delle attività di alloggio e ristorazione, aumentate di quasi 10mila unità tra il 2012 e il 2023, anche se in misura leggermente minore rispetto alla rilevazione precedente. Da notare la crescita esponenziale dei bed and breakfast: +168% nei centri storici. Qui, d’altro canto, sono sempre meno le attività tradizionali (carburanti -40,7%, libri e giocattoli -35,8%, mobili e ferramenta -33,9%, abbigliamento -25,5%) e sempre più quelle che offrono servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%), oltre alle attività di alloggio (+42%) e ristorazione (+2,3%).
«Preoccupa il fenomeno della desertificazione commerciale delle nostre città - ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - un fenomeno che riguarda soprattutto i centri storici dove la riduzione dei livelli di servizio è acuita anche dalla perdita di commercio ambulante. Il commercio rimane comunque vitale e reattivo e soprattutto mantiene il suo valore sociale. Rimane, in ogni caso, prioritario contrastare la desertificazione commerciale con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città. In questa direzione vanno il progetto “Cities” di Confcommercio e la rinnovata collaborazione con l’Anci a conferma del nostro impegno per favorire uno sviluppo urbano sostenibile e valorizzare il ruolo sociale ed economico delle attività di prossimità nelle città».
«Cities», spiegano a Confcommercio, è un percorso che considera la città come «laboratorio del cambiamento» e si propone come piattaforma di conoscenza multidisciplinare per migliorare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità. «Con il progetto Cities, Confcommercio mette la propria competenza al centro di un dibattito con le istituzioni e con l’opinione pubblica come autorevole soggetto di rappresentanza. Promuove una nuova visione della città, sostenendo politiche urbane e territoriali per migliorare l’ambiente urbano e la vita dei cittadini, favorendo iniziative per lo sviluppo delle economie locali», conclude il numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, alla guida per il quinquennio 2020-2025 della Confederazione generale italiana delle imprese, delle attività professionali e del lavoro autonomo, la più grande rappresentanza d'impresa in Italia, associando oltre 700mila imprese.