Francesco Ventola, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, il Pd attacca il governo denunciando ben 1500 interventi “definanziati”. Da dove partiamo per fare luce sulla vicenda?
«Il termine è sbagliato. Nessun definanziamento, nessun Comune ha ricevuto una comunicazione ad oggi che i suoi interventi sono definanziati. Cambia per i progetti la fonte di finanziamento, nei casi nei quali non erano in linea con la coerenza della missione del Pnrr, compresa la tempistica».
Nel dettaglio?
«Se un Comune non ha ancora fatto bandi e appalti, come facciamo a immaginare che entro il 31 dicembre del 2026 l’opera sia collaudata? Il governo Meloni ha monitorato la situazione e dopo l’emersione delle criticità non ha proposto slogan ma ha provato a risolvere il problema. Queste opere che non rientrano nel Pnrr saranno finanziate con altri capitolati del bilancio dello Stato. Poi c’è il tema della qualità dei progetti».
A cosa si riferisce?
«Un piano per ripresa e resilienza può prevedere progetti da mille euro o da ventimila euro? Quando li ha programmati il governo precedente non rispettavano le caratteristiche e le regole previste dall’Ue. Se certi progetti non rientrano nel novero del Pnrr è perché sono una formula per farli rientrare tra le spese correnti. Interventi nei Comuni da ventimila euro hanno bisogno del Pnrr? Costa di più pagare l’impiegato che deve asseverare il progetto. Purtroppo sono stati finanziati progetti che erano nei cassetti…».
Ci sono interventi a rischio?
«Nessun progetto sarà stralciato. Tutte le amministrazioni hanno dialogato con il governo, dall’Anci alle Regioni, senza strapparsi le vesti. Il governo Meloni ha fatto una ricognizione in otto mesi e ha affrontato il problema, proponendo a Bruxelles una soluzione».
Il Pd parla di 1500 progetti tagliati in Puglia.
«A Stefanazzi dico che le opere da centomila euro perché non le ha finanziate quando era nel gabinetto di Emiliano? Il Pnrr non serve per fare clientela ma per ammodernare il Paese e ridurre il gap. Poi gioca male il Pd con le sue bugie. È malato di “fittite acuta”. La delibera Cipess ha dato l’80% del Fsc al Sud. Perché dicono il contrario? Quando governavano con i 5S hanno tolto i soldi dell’Fsc per metterli altrove. Il governo Meloni ha rispettato la proporzione difendendo il Sud. La delibera è ufficiale e incontrovertibile».
È dunque una dialettica prevedibile tra governo e opposizione?
«Il Pd sta perdendo credibilità mostrando di essere un partito di corporativismo e gestione. Mi piacerebbe sentire il commissario europeo Gentiloni su queste polemiche. Nelle altre regioni nessuno protesta. Si usano questi temi per attaccare Fitto e Palazzo Chigi. Altrove tutti hanno firmato le intese»”.
L’assegnazione dei fondi del Fsc…
«La delibera Cipess dice che bisogna concordare con il governo ogni progetto da finanziare, affinché sia evidente la finalità di diminuire il gap con il Settentrione. Finanziare una festa patronale non aiuta il Meridione, costruire un impianto di smaltimento o una diga invece aiuta il Sud a modernizzarsi ed elevare i livelli essenziali di servizi e prestazioni per i cittadini. Qui si paga di più acqua, Tari, accise sulle benzine, e il governo Emiliano non fa nulla per aiutare le famiglie pugliesi e le imprese. La Regione Puglia ha goduto delle modalità eccezionali legate allo spendere le risorse per le emergenze, ma non ha risolto i problemi in maniera strutturale. Ha solo dato ossigeno a clientele e lobbies».