ROMA - «È necessario fare tutto il possibile per prevenire gli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari e proteggere il personale. Ogni aggressione mette a rischio non solo la sicurezza e la salute degli stessi operatori, ma anche la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti e il diritto costituzionalmente garantito alla salute». Queste le parole di Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO), che interverrà oggi alla conferenza stampa dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari, in occasione della Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la Violenza nei confronti degli Operatori Sanitari e Socio-Sanitari.
«La riattivazione negli ultimi mesi dei posti di polizia all’interno delle strutture ospedaliere, in particolare nei reparti di emergenza-urgenza, rappresenta un passo avanti nella giusta direzione. Proprio grazie alla presenza di un agente di Polizia è stata evitata un mese fa l’aggressione a un medico al pronto soccorso del Policlinico di Bari. Dobbiamo adesso fare di più sul piano della prevenzione», aggiunge il presidente Migliore, che annuncia due nuove iniziative della Fiaso. La prima prevede la creazione di un tavolo tecnico che riunirà Prefetti, magistrati, sindacati, direttori generali, psicologi ed esperti di sicurezza sul lavoro per la redazione di un documento con linee guida per la prevenzione degli atti di violenza nei luoghi di cura. «Tale documento sarà rivolto a tutte le aziende del settore sanitario, con l’obiettivo di favorire la diffusione di buone pratiche per la prevenzione e la gestione dei casi critici», spiega Migliore.
La seconda iniziativa consiste nell’invito ai direttori generali delle aziende associate a farsi carico delle denunce, non solo dei casi di violenza più grave per i quali è già prevista la procedibilità d’ufficio, ma per tutti gli episodi anche di minacce così da rafforzare l’impegno nel garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti.
IL 94,5% DEI MEDICI NON SI SENTE TUTELATO
Il 94.5% dei medici non si sente tutelato dagli interventi del Governo e della Regione per il contrasto alla violenza sul lavoro e oltre la metà non si sente al sicuro sul luogo di lavoro. Sono i dati comunicati oggi all’Ordine dei medici di Bari nell’ambito della conferenza stampa dedicata alla seconda edizione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari organizzata da Agapanto, il Gruppo donne medico dell’Omceo Bari. Si tratta di uno dei dati emersi dalle anticipazioni dei risultati parziali della survey «La Cultura della Sicurezza in Sanità: a noi chi ci pensa?», lanciata dall’Ordine dei medici di Bari in collaborazione con il Gruppo di lavoro donne medico Agapanto, sul sito Omceo e rivolta a tutti gli operatori sanitari. Il 35,5% degli operatori aggrediti cerca di svolgere il proprio lavoro con un approccio più «distaccato». La maggioranza dei medici (52%) non si sente sicuro sul luogo di lavoro.
Un aspetto che - come ha sottolineato Maria Antonietta Monteduro di Agapanto - ha un impatto anche sulla sicurezza dei pazienti, perché la violenza subita ha importanti effetti negativi sulla relazione di cura e porta a conseguenze a danno del paziente, inducendo sfiducia nel sistema sanitario. Secondo i dati INAIL nel triennio 2019-2021 a livello nazionale gli episodi di aggressione sono stati 4.821, per una media di circa 1.600 l’anno. E in 7 casi su 10 la vittima è una donna. Nel 2022 la Puglia è stata la regione italiana con più casi di violenza contro medici e operatori sanitari, secondo i dati degli eventi sentinella che il ministero della Salute raccoglie attraverso il Simes, Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità.
Fanno inoltre impressione i dati raccolti a fine 2022 dalla Fimmg Continuità Assistenziale attraverso un questionario ai medici pugliesi: solo il 31,3% dice di non aver subito violenza. Quasi 7 medici su 10 dicono di essere stati aggrediti nel 2021. Il numero delle guardie mediche che ha subito violenza è cresciuto nel 2022 e supera il 70%. La maggior parte degli aggrediti (87,2%) non denuncia. Quasi il 63% riferisce che nella propria sede non siano presenti sistemi di video sorveglianza. Nel 55,3% dei casi non esiste un sistema di telesoccorso. Il 12,2% dei medici di guardia medica si fa accompagnare da qualcuno durante i turni per sentirsi più sicuro. Il 33,5% non ha nessuno che possa accompagnarlo, ma preferirebbe essere accompagnato.
FNOMCEO: CHIUDERE SEDI NON SICURE
Chiudere le sedi di continuità assistenziale che non garantiscono la sicurezza degli operatori sanitari. E’ una delle proposte che arrivano, a fronte della recrudescenza delle aggressioni ai danni degli operatori sanitari post pandemia, da Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine di Bari e della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, e dal Gruppo Agapanto per il contrasto e la prevenzione del fenomeno delle aggressioni, all’assessore alla Sanità della Regione Puglia Rocco Palese, intervenuto nel corso della conferenza stampa per la giornata contro le aggressioni ai sanitari. Nel pacchetto di proposte dei medici c'è il miglioramento della comunicazione con i familiari dei pazienti in contesti come il pronto soccorso in cui la conflittualità è elevata, attraverso la presenza di un mediatore, oltre che delle forze dell’ordine e la definizione di procedure per l’applicazione della procedibilità d’ufficio prevista dalla Legge 223/20. I medici chiedono anche la riorganizzazione dei presidi territoriali per evitare l’isolamento degli operatori, campagne di educazione nelle scuole e una figura per il supporto psicologico ai medici vittime di episodi di violenza.
SERVE OSSERVATORIO REGIONALE
Istituire un osservatorio regionale per monitorare gli episodi di aggressione nei confronti degli operatori sanitari in Puglia. E’ la proposta lanciata oggi dal presidente dell’Ordine dei Medici di Bari e della Fnomceo, Filippo Anelli, all’assessore regionale pugliese alla Sanità, Rocco Palese, durante conferenza stampa in occasione della seconda edizione della 'Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitarì. «L'Osservatorio - sostiene Anelli - avrebbe la funzione di monitorare gli eventi sentinella e poter intervenire in modo più mirato».