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Bucci: «L’agenda di Elly Schlein uguale a quella della Cgil»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Bucci: «L’agenda di Elly Schlein uguale a quella della Cgil»

La segretaria di Bari: insieme in piazza contro il governo Meloni

Giovedì 02 Marzo 2023, 13:28

Gigia Bucci, segretario generale Cgil Bari, cosa cambia nella dialettica tra sindacato e partito con l’elezione di Elly Schlein?

Rispondo con un fatto. La prima uscita pubblica della neo segretaria del Partito Democratico coincide con una nostra iniziativa, quando sabato a Firenze, parteciperà alla manifestazione di piazza organizzata dalla Cgil insieme con Cisl e Uil, per protestare contro le manovre della destra sulla scuola pubblica e soprattutto contro l’aggressione squadrista al Liceo Michelangiolo.

Quali le ragioni che l’hanno spinta sostenerla?

È stato naturale. L’agenda di Elly è in gran parte sovrapponibile a quella che la Cgil porta avanti da anni spesso inascoltata proprio dal Partito Democratico. Negli anni abbiamo assistito ad un lungo ed inesorabile scostamento del partito da valori condivisi, fino alla rottura definitiva consumata sul Job’s Act. Oggi e grazie ad Elly, quel bagaglio valoriale è di nuovo in sintonia con la Cgil e con i tempi che stiamo vivendo. Per questo, pure rivendicando l’autonomia del sindacato e il ruolo che tocca a ciascuno di noi, ho fatto una scelta di parte, perché ho l’impressione che siamo dalla stessa parte.

C’è stato un momento in cui ha avuto a sensazione che potesse sovvertire i pronostici?

Lo so che lo diranno in molti, ma la verità è che non ho mai creduto nei pronostici. Chi come me ha la fortuna di fare un lavoro a stretto contatto con le persone, e che in questi mesi ha incontrato tante donne e giovani, lavoratrici, lavoratori e studenti, operai, disoccupati e precari, molte categorie fragili, fatte di persone discriminate o mobbizzate, ha avuto forse prima di altri il sentore che Elly aveva riacceso la fiamma della speranza. Ad un certo punto ho avuto la stessa sensazione di quando da giovanissima militante ho partecipato alle primarie di Nichi Vendola. E cioè che si fosse messa in moto una marea montante che ci avrebbe fatto vincere.

Sui temi del lavoro che sensibilità diventano prioritarie con la nuova segreteria?

L’ho già detto, l’agenda di Elly è sovrapponibile a quella della Cgil. Entrambi partiamo da una analisi condivisa che vede l’economia occidentale in una fase di profonda transizione, che da un lato si traduce nella rivoluzione digitale ed energetica, dall’altra necessita di adeguare al nuovo modello di sviluppo sostenibilità ambientale e nuove professioni. Se non si agisce con riforme serie e mirate sul mondo del lavoro tutto il sistema delle garanzie rischia di essere travolto. Ecco perché siamo ovviamente favorevoli al salario minimo garantito, all’istruzione pubblica ed alla formazione continua e gratuita per i lavoratori, al reddito di cittadinanza, eccetera. Mi pare che siano gli stessi temi che la neo segretaria ha messo al primo posto del suo programma.

Sulla guerra la Cgil spinge per una opzione diplomatica, per la pace. Anche su questo fronte ci sono maggiori affinità con la neosegretaria rispetto allo schieramento netto pro Nato di Enrico Letta.

La pace non è una condizione naturale del genere umano. Per costruirla e poi per mantenerla c’è bisogno di impegno, di dialogo, di sacrificio. Ovviamente siamo al fianco del popolo ucraino che ha subito l’aggressione della Russia, ma allo stesso modo è necessario fare ogni sforzo per arrivare ad una soluzione diplomatica.

Diritti civili e diritti sociali. C’è una gerarchia tra questi due capisaldi del progressismo su cui ha insistito molto anche l’ex premier Conte?

In Puglia lo sappiamo meglio che altrove cosa significa essere costretti a scegliere tra diritti inalienabili, e mi riferisco alla vicenda ex Fibronit di Bari quando ad un certo punto si è creato un dibattito paradossale se fosse più importante il diritto al lavoro o il diritto alla salute ed alla vita. Nessuno dovrebbe mai essere messo nelle condizioni di dover arrivare a discutere in questi termini, perché dovrebbe essere la normalità saper coniugare tutti i diritti. Lo stesso vale per i diritti civile e quelli sociali. Conte è in piazza con noi sabato a Firenze.

Dopo Giorgia Meloni premier, un segretario donna per il Pd. Un altro punto a favore nella questione femminile in Italia?

Le rispondo non con parole mie, ma con quelle di Massimo Gramellini l’altro giorno sulla prima pagina del Corriere della Sera. In Italia sembra che non succeda mai niente, scrive, poi in sei mesi ci ritroviamo con una donna a guidare il governo ed una eletta prima segretaria del Partito Democratico. Era ora.

Nei prossimi giorni si terrà il congresso nazionale della Cgil. Quale è la piattaforma programmatica di discussione del maggior sindacato italiano?

Il titolo del Congresso è «Il lavoro crea futuro», perché per noi il grado di civiltà e di progresso di un Paese si misura sulla qualità delle garanzie nel mondo del lavoro. I temi sono tantissimi, ne riassumo i principali: aumentare i salari e riformare il fisco, a partire dal cuneo fiscale; stop alla precarietà e riduzione degli orari di lavoro; più legalità e sicurezza per arginare il dramma dei morti sul lavoro; nuovo stato sociale; politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico.

Quali i temi di maggiore frizione con il governo Meloni?

Tutti.

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