BARI, 30 GEN - La protesta dà i suoi frutti: la Regione Puglia abrogherà la legge col conseguente cambio di contratto dell'Arif.
La notizia arriva dopo il sit-in di oltre cento lavoratori dell’Agenzia irrigua pugliese che questa mattina ha protestato davanti alla Presidenza della Regione Puglia, a Bari. Una mobilitazione organizzata dai sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Puglia.
La protesta nasce dall’approvazione in Consiglio regionale di una legge che prevede l’applicazione del contratto collettivo nazionale delle Funzioni locali per i 745 dipendenti anziché il contratto collettivo nazionale idraulico-forestale e idraulico-agrario. Una scelta, quella della Regione Puglia, che secondo i sindacati penalizza i lavoratori sia dal punto di vista salariale che contributivo.
«Durante la mobilitazione - annuncia Pietro Buongiorno, segretario generale Uila Puglia - siamo stati ricevuti da una delegazione tecnica dell’assessorato all’Agricoltura e dal direttore di Arif, Francesco Ferraro. Le richieste formulate dal sindacato sono state accolte pienamente. È stato, quindi, annunciato l’avvio dell’iter legislativo per l'abrogazione della norma».
«Domani - ha continuato a spiegare - le organizzazioni sindacali incontreranno l’assessore all’Agricoltura, Pentassuglia per formalizzare la volontà del governo regionale in merito alla piena applicazione del contratto idraulico forestale ai 745 lavoratori di Arif. Oggi registriamo con positività il dietro-front della Regione rispetto alle scelte che erano state assunte, il prossimo passo sarà quello di superare la somministrazione dei lavoratori stagionali».
Sull'incontro di oggi è intervenuto anche Gabriele De Gasperis, segretario Uila nazionale: «È una decisione che riteniamo estremamente importante anche perché si viene a creare un precedente positivo che potrà rappresentare in futuro un punto di riferimento: è stato confermato che il contratto da applicare per le attività di forestazione debba rimanere quello sottoscritto dalle organizzazioni confederali Fai, Flai e Uila. È un fatto positivo che la Regione Puglia - spiega - torni indietro su una scelta che non comprendevamo e che non andava a vantaggio né del territorio né dei lavoratori coinvolti».