Il Comitato di Redazione della Gazzetta del Mezzogiorno ha sottoscritto con Edime, società editrice del giornale, nella sede Sepac della Regione Puglia, l'accordo per il prosieguo della cassa integrazione in deroga a favore degli ultimi 11 colleghi destinatari di procedura di licenziamento collettivo (legge 223).
In tal modo è stato evitato, per il secondo anno consecutivo, il licenziamento di collaboratori fissi e giornalisti delle redazioni decentrate del giornale (dismesse dall’editore dal 1 gennaio 2024).
A conclusione di oltre un anno di vertenza, il bilancio dei licenziamenti - 46 previsti dal piano industriale consegnato nel 2023, 29 in quello riproposto nel 2024 - a oggi risulta pari a zero.
Grazie agli accordi sottoscritti nel dicembre 2023 con Assostampa Puglia e Fnsi, è stata sventata una vera e propria macelleria sociale in due regioni, Puglia e Basilicata, consentendo a tutti i 46 giornalisti licenziandi alternative dignitose.
Nessuno dei giornalisti, in questo biennio, è rimasto per strada e un giornale, precipitato nel fallimento del 2020, resuscitato nel 2022 con il ritorno in edicola, risollevato nel 2024 - come dimostra l’andamento attuale delle vendite – è oggi vivo, vegeto e competitivo in edicola.
Con la nuova intesa, che fa ritirare la procedura dei licenziamenti, l’impegno del Cdr ha consentito ancora una volta di non lasciare per strada nessuno.
Il Cdr della Gazzetta, unico firmatario del nuovo accordo con l’azienda in sede Sepac, ricorda che in tutti i verbali della vertenza vi è traccia documentata della richiesta di richiamare in servizio colleghi delle redazioni nel corso del 2024, applicando la cassa integrazione a rotazione su tutti i giornalisti della redazione centrale, come sempre si è fatto nel giornale per 12 anni continuativi in osservanza a un principio di solidarietà che non è mai venuto meno. Tale eventualità è stata sempre respinta dall’azienda. Ciononostante, nessun giornalista è stato messo per strada.
Ecco perché, di fronte alla nuova procedura di licenziamento, il Cdr ha preferito assumersi la responsabilità di non far saltare mai i tavoli di confronto e di confermare gli accordi già sottoscritti. Duole constatare che in questa occasione, diversamente da quelle precedenti, il Comitato di redazione sia rimasto l’unico organismo sindacale ad apporre la firma, consentendo così il ritiro della procedura di licenziamento.
I colleghi, poi, che hanno continuato a lavorare dopo la chiusura delle redazioni provinciali sull’unica redazione di Bari, hanno proseguito il loro impegno a tenere alto il prestigio della testata e la qualità dell'informazione nelle due regioni, restituendo alla Gazzetta – dopo gli anni bui del fallimento e della cessazione delle pubblicazioni – il primato regionale.
Parliamo del percorso più difficile e drammatico nella storia del nostro giornale, superato a costo di sacrifici sostenuti da chi è rimasto e di dolori di chi ha dovuto, seppur in sicurezza, andare via dal giornale. Parliamo di giornalisti e di famiglie che hanno attraversato il precipizio del fallimento, la chiusura del giornale e la sua resurrezione in un mercato editoriale moribondo.
Ebbene, oggi le tracce di questo lungo e difficile percorso ci danno ragione. La Gazzetta c'è, ha riguadagnato posizioni e può guardare al futuro. Perché la Gazzetta del Mezzogiorno, grazie a tutti i suoi lavoratori, c’è e ci sarà sempre.