Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio della Regione e coordinatore di Azione, le bollette dell’energia dei pugliesi potrebbero essere più leggere grazie alla presenza nella regione del Tap. Ma questo alleggerimento non avviene. A cosa va addebitato? «Perché non abbiamo ancora applicato una legge approvata nell’ottobre scorso: non è ancora operativa perché il governo Meloni l’ha impugnata e paradossalmente l’assessore Alessandro Delli Noci vorrebbe abrogarla senza nemmeno aspettare la sentenza della corte Costituzionale, prevista per il 19 settembre, cioè “domani”».
Eppure la legge regionale genera innegabili benefici.
«La norma, arrivata dopo una gara tra tutti a chi la facesse meglio e approvata all’unanimità, stabiliva - quando le bollette erano alle stelle - che noi avremmo imposto le compensazioni a Tap, sulla base della legge Marzano che dà la possibilità alle Regioni di chiedere compensazioni per riequilibrare concentrazioni territoriali di infrastrutture energetiche. Una legge “calzante” per la Puglia».
Il governo l’ha impugnata. Palazzo Chigi cosa fa, difende le multinazionali?
«L’esecutivo contesta l’autonomia delle regioni nel chiedere le compensazioni, senza spiegare a cosa servirebbe allora la legge Marzano».
La Regione Puglia intanto…
«L’avvocatura regionale si è difesa in maniera competente e fiera, reclamando il potere della regione di applicare la legge Marzano. Ora attendiamo la Corte».
Cosa può succedere?
«Se ci dà ragione arriveranno molti milioni alla Puglia e ai pugliesi: qualcuno ha stimato 314milioni annui, ma su questo mi mantengo prudente e dico parecchi milioni. Se ci darà torto, ci spiegherà almeno a cosa serve la legge Marzano e ci metterà in condizione di aggiustare la legge regionale».
Si poteva intervenire prima?
«Io sono stato a favore di Tap quando i favorevoli al gasdotto si contavano sulle dita di una mano e anche D’Alema e Berlusconi erano per spostare l’approdo insieme a Emiliano (che per fortuna ha cambiato idea), mentre c’era chi definiva i soldi di Snam e Tap “sterco del diavolo”. Se avessimo reclamato le compensazioni nella fase di avvio, quindi in condizione di forza, avremmo ottenuto molto di più. È incomprensibile che Delli Noci voglia istigare il Consiglio ad abrogare la legge regionale, facendo un favore a Tap…».
Cosa muove Delli Noci?
«Ha detto in consiglio che vorrebbe eliminare il contenzioso con Roma. Ma questa è una resa senza condizioni e senza capire perché ci arrendiamo. Quando approvammo la legge regionale eravamo pronti anche ad andare in “guerra” e non ci spaventò alcuna minaccia di contenzioso. Se il Consiglio dovesse abrogare la legge, faremmo un “regalo” a Tap schiaffeggiando i pugliesi, che attendono compensazioni e spiegazioni dal pronunciamento del Palazzo della Consulta».
Bollette meno salate portano bilanci familiari più ricchi e più risorse e competitività per le imprese.
«Sì insieme alla consapevolezza che siamo una regione accogliente anche con riferimento alle merci, e siamo il più grande hub energetico del Mediterraneo e quindi la piattaforma di prosperità, sicurezza ambientale e pure pace. E siamo favorevoli e pronti al raddoppio di Tap per altri 10 miliardi di metri cubi e al nuovo gasdotto Eastmed-Poseidon, ma questa volta non possiamo restare a bocca asciutta sulle compensazioni territoriali di riequilibrio. In passato c’imponevano fonti di produzione inquinanti e insalubri come il carbone, ora vogliamo essere scelti per fonti pulite come il gas, con le compensazioni che la legge ci assicura per ottenere un abbattimento delle bollette… Dobbiamo pretendere quanto ci spetta. Difendendo la nostra legge difendiamo il futuro dei pugliesi».