Il turismo outdoor, è una delle tendenze emergenti più forti, soprattutto dopo il lockdown. Se prima era una specie di vocazione, sempre più apprezzata, oggi è una riscoperta vivere all’aria aperta. Per alcuni Paesi è un «modus vivendi» imprescindibile ma, da qualche anno, si sta affermando anche per gli italiani. Non è un caso che nel nostro Paese, ricco di parchi nazionali (ce ne sono 24 che complessivamente coprono oltre un milione e mezzo di ettari tra terra e mare, pari al 5% circa del territorio nazionale) l’interesse verso il turismo nelle aree protette è costantemente in crescita. La conferma arriva anche da Luca Santini, presidente di Federparchi, la Federazione delle aree naturali protette italiane e del parco nazionale «Foreste Casentinesi».
Presidente Santini, i parchi e le aree protette italiane sono un patrimonio collettivo di ambiente e biodiversità; rappresentano inoltre un modello di sviluppo sostenibile, un punto di incontro fra l’uomo e la natura.
«L'Italia è il Paese con la più grande biodiversità sia animale che vegetale. Per questo abbiamo un dovere-onere importante: tutelare questo grande patrimonio che non è soltanto del nostro Paese ma un patrimonio di tutti. Per farlo oggi abbiamo delle competenze importanti perché è cresciuta la sensibilità ed è cresciuto anche il valore di chi amministra queste aree protette sia da un punto di vista politico, quindi i presidenti dei consigli direttivi, ma soprattutto da un punto di vista tecnico: ogni giorno abbiamo professionisti impegnati a proteggere le nicchie ecologiche per fare in modo che la natura riesca a percorrere il proprio corso, senza gli ostacoli imposti dall’uomo e dal suo sviluppo industriale».
Tra i Parchi nazionali (due sono quelli centenari del Gran Paradiso e dell’Abruzzo-Lazio-Molise) ci sono anche i Parchi pugliesi del Gargano e dell’Alta Murgia.
«Quello dell’Alta Murgia è sicuramente unico nel suo genere, costituito da un territorio di natura carsica eccezionalmente ricco di “geositi”, presenti in superficie e nel sottosuolo. Anche il Parco del Gargano, che comprende ben 18 comuni tutti in provincia di Foggia, ha una sua unicità perché comprende al suo interno un’area marina protetta delle isole Tremiti. Un mix incredibile di mare e montagna, con foreste vetuste sconfinate che per la loro bellezza e unicità si sono guadagnate il riconoscimento di patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Due parchi differenti tra loro ma che rendono la Regione Puglia uno dei tasselli fondamentali nel panorama degli ecosistemi da tutelare nel nostro Paese».
Turismo e Parchi nazionali
«Enorme è il contributo che il turismo legato alle aree protette offre al Pil nazionale: nel 2022 i 24 Parchi nazionali, i 135 parchi regionali e le 32 aree marine protette hanno fatto 27 milioni di presenze: un numero che contribuisce in modo importante ad aumentare l’econimia nel nostro Paese»
Pnrr e Parchi nazionali
«Il Pnrr ha riservato ai Parchi appena 100 milioni di euro che sono stati destinati alla loro digitalizzazione: un aspetto sicuramente fondamentale per rimanere al passo con i tempi e per monitorare e conoscere meglio le specie e gli habitat nell’ottica della conservazione».
Infine, la presenza dei cinghiali nei Parchi: cosa si sta facendo?
«Nei parchi dell’appennino e dell’arco alpino l’incremento della popolazione del lupo, naturale predatore del cinghiale, contribuisce al contenimento del cinghiale. Inoltre, in tutte le aree protette, si pratica, per legge, il controllo selettivo, un’attività in espansione visti in numeri in crescita di questa specie. Ritengo, tuttavia, che il problema principale del cinghiale riguardi le aree urbane, grandi e meno grandi. Tra abbondanza di cibo (leggi rifiuti) e resistenza di settori della popolazione al controllo della specie, gestire il soprannumero non è cosa semplice».