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A scuola per salvare l’automotive: la Basilicata investe sull’istruzione

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

A scuola per salvare l’automotive: la Basilicata investe sull’istruzione

Nel dossier sulla crisi di area complessa sono previsti istituti tecnici superiori per il comparto. L’idea è un percorso di tre anni successivo al diploma

Domenica 30 Aprile 2023, 13:43

Riqualificare e formare il personale. Aggiornarne le competenze e nello stesso tempo fare in modo che i giovani possano aumentare le loro conoscenze ed abilità attraverso percorsi di studio specifici.

La scommessa dell’automotive passa anche per questo. Per quella formazione continua finalizzata a rendere sempre più esperti e professionali i tecnici di domani. Una condizione fondamentale evidenziata anche nel Dossier sul riconoscimento di area di crisi complessa ottenuto da Melfi.

In particolare, tra gli obiettivi individuati nella relazione inviata dalla Regione al Ministero per le imprese ed il Made in Italy c’è quello che punta alla formazione dei giovani attraverso la realizzazione di Istituti tecnici superiori che - dopo il diploma- consentano ai ragazzi, in un percorso triennale di avere una formazione specifica.

«Va sottolineata l’importanza della formazione congiunta - viene evidenziato nel dossier inviato al Ministero - sviluppando esperimenti simili agli Istituti tecnici superiori ovvero percorsi della durata di due o tre anni, che si sviluppano in parallelo al sistema universitario e che consentono di acquisire conoscenze, abilità e competenze finalizzate al contesto lavorativo perché progettati assieme alle imprese potenzialmente beneficiarie. Secondo dati Indire 52 ad aprile 2022 in Basilicata è presente un solo Its. Si tratta dell’Istituto tecnico superiore efficienza energetica di Potenza, costituito nel 1998. A livello italiano, tuttavia, operano ben 120 Its, dei quali 13 dedicati alle Ict e altrettanti al sistema della meccanica. In altre parole, esiste un “gap” tra la Basilicata e il resto del Paese sul tema della formazione tecnica post diploma non universitaria, che le possibilità di finanziamento offerte anche in questo ambito dalla Legge 181 possono in parte contribuire a colmare».

Insomma, mentre in Italia questi Istituti di formazione superiore crescono la Basilicata resta indietro. Nonostante i soldi ci siano. E con esse le norme per realizzarli. Di qui, l’idea di attivare un Its per il settore automotive. «Tale ipotesi va coltivata e sviluppata per la sua valenza strategica - continua la relazione - senza circoscriverla ad un particolare strumento. Ad esempio, in carenza di alcuni elementi distintivi dell’iter autorizzativo degli Its, si potrebbe ipotizzare in alternativa l’attivazione di un Polo tecnico professionale - presente in altre realtà contermini come ad esempio la Regione Abruzzo».

Istituto tecnico superiore o Polo tecnico : al netto della scelta la strada da seguire è questa. E si intreccia con il rilancio e la valorizzazione del Campus manufacturing di Melfi, centro di ricerca fino ad ora dal destino incerto.« Il Campus va valorizzato come centro di ricerca e innovazione a disposizione delle imprese del territorio, che operi oltre che nella ricerca industriale e sviluppo sperimentale anche sui versanti della formazione delle competenze» continua ancora la relazione.

Questo, però, è solo un tassello di un programma più ampio. Perché se da un lato occorre formare le nuove generazioni, dall’altro bisogna puntare alla riqualificazione del personale uscito dal mercato del lavoro.

«C’è il bisogno di riconvertire le maestranze che, ragionevolmente, saranno involontariamente espulse dai processi produttivi ridimensionati o cessati - viene sottolineato nel dossier - come già avvenuto in parte per Stellantis e in gran numero e senza accompagnamento all’uscita per il settore della logistica e sequenziamenti; purtroppo, questo fenomeno ha tutte le condizioni per ingrandirsi nel corso del 2023 allorché cesseranno le commesse relative ai modelli a combustione. Vi è inoltre un bisogno più generale di aggiornamento delle competenze dei lavoratori che continueranno ad essere impiegati nell’indotto Stellantis, ed a quelli, non sappiamo quanto numerosi, che saranno coinvolti in operazioni di diversificazione industriale».

Aggiornare le competenze di questo personale, dunque, resta un altro obiettivo. In questa direzione va la scelta fatta dal governo regionale di applicare a favore del settore automotive una riserva, tra il 10 ed il 5 per cento, dei fondi stanziati a sostegno del programma regionale «Gol» (programma dedicato ai disoccupati, ai beneficiari di prestazioni di sostegno al reddito ai giovani e alle donne in situazioni di fragilità).

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