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Melfi, Stellantis condizioni lavorative peggiorative

 
Redazione online

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Stellantis, oggi Tavares in Basilicata

foto Tony Vece

Protestano le rappresentanze dei sindacati

Lunedì 10 Maggio 2021, 17:10

Potenza - «In questi giorni stiamo assistendo ad azioni aziendali del tutto unilaterali, che non solo tradiscono lo spirito con cui si era conclusa la riunione a livello nazionale, tenutasi a Torino il 15 aprile scorso, che prevedeva la partecipazione ad un vero confronto sindacale attraverso riunioni specifiche all’interno degli stabilimenti, ma che determineranno un peggioramento delle condizioni lavorative e salariali dei lavoratori». Lo hanno scritto, in una nota congiunta, le Rsa dello stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza) di Fim, Fiom, Ulim e Fismic.

I rappresentanti sindacali hanno inoltre annunciato che "domani 11 maggio, presso l’ingresso B, alle ore 10, è convocato l'Attivo unitario di tutta la Rsa di stabilimento, per deliberare le azioni sindacali necessarie nel caso in cui la Direzione aziendale insista con azioni unilaterali».


Secondo le Rsa, «la prima azione unilaterale a cui abbiamo assistito, e che come sindacato stigmatizziamo, è l’aver proceduto a mettere in cassa integrazione il turno di notte, colpendo così il salario dei lavoratori riducendolo ulteriormente ed in modo considerevole. Inoltre, l’azienda sta procedendo con l’incremento delle produzioni con contestuale riduzione della manodopera sulle linee, senza peraltro aver prima svolto un’adeguata analisi dell’organizzazione del lavoro».

«Noi - hanno aggiunto - pensiamo che se efficientamenti vadano fatti non possono spremere chi già dà tanto per la produttività, piuttosto si risparmi sugli sprechi riducendo le complessità. Chiediamo a Stellantis di non procedere con 'l'efficientamentò annunciato, vista la mancanza di un assetto produttivo stabile, e riteniamo necessario il confronto sull'organizzazione del lavoro con il sindacato, poiché sulle linee i lavoratori stanno già dando il massimo e, come più volte ribadito, i recuperi non possono peggiorare le condizioni di lavoro, l’ergonomia e la sicurezza, sciogliendo dunque i nodi che nell’ultimo incontro nazionale di Torino - hanno concluso - abbiamo chiesto di affrontare». 

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