POTENZA - Ambiente, territorio, lavoro e sviluppo: il futuro della Basilicata passa da queste quattro direttrici. I sindacati lo ripetono da tempo. Lo hanno scritto, lo hanno ribadito a voce, lo hanno spiegato ai tavoli. Ambiente, sviluppo, territorio e lavoro: i temi di una scommessa che potrebbe cambiare il volto di questa piccola regione del Sud. Occorre, però, unirli con un filo invisibile, analizzarli, discuterne soprattutto ora, alla luce dei fondi del Recovery Fund. Eppure, la programmazione su questo non sembra esserci. Almeno così denuncia la Triplice che, dopo aver puntato il dito contro le mancate interlocuzioni con il governo regionale, ora avvia una serie di manifestazioni che si concluderanno, con una grande mobilitazione il prossimo primo maggio.
Il primo appuntamento è fissato per il 31 marzo, con una manifestazione che si terrà a Viggiano, cuore delle estrazioni petrolifere. Perché è centrale il tema della transizione energetica, dell’«oil & gas» in Basilicata, delle modalità di occupazione che hanno riguardato Tempa Rossa e Cova di Viggiano. Il primo Centro olio già chiuso perché l’impianto ha mostrato difetti di funzionamento, il secondo prossimo alla chiusura per la manutenzione straordinaria decennale (manutenzione che avverrà nel mese di aprile e durerà 40 giorni). Dopo il petrolio poi si passerà alla sanità, all’industria, alla Pubblica Amministrazione. Tematiche uniti dalla necessità di avere una precisa programmazione. Come spiega il segretario regionale della Cisl, Enrico Gambardella.
«La problematica più urgente è legata alla programmazione, ad un documento strategico che la Regione dovrebbe illustrare da due anni - sottolinea Gambardella - un documento che dovrebbe chiarire quali dovrebbero essere le politiche regionali future. E questo ancor più alla presenza del Recovery plan oltre che dei fondi strutturali. A nostro avviso, il documento strategico dovrebbe essere la sintesi di tutte le intenzioni sullo sviluppo della Basilicata». Uno sviluppo che, naturalmente, non può non partire proprio dal petrolio e da quello che questa risorsa rappresenta. «Come sindacati partiamo dall’ oil&gas perché nell’ambito delle trattative con Total e con Eni, al di là degli aspetti legati alle modalità di utilizzo dei lavoratori, alla tutela ambientale ed alla sicurezza vogliamo sapere gli impegno sul prossimo futuro - aggiunge ancora Gambardella - quelli legati alla transizione energetica. Lamentiamo la mancanza di una programmazione, di un confronto, di un dialogo che coinvolga le forze sociali nell’ambito dell’organizzazione degli obiettivi e dei percorsi. Un esempio è la misura del generale Figliuolo sulla task force straordinaria per portare un camper in giro per i paesi delle aree interne. È una cosa che avevamo proposto all’assessore Leone un mese e mezzo fa. Leone ci ha ignorati. Nel piano vaccinale avevano chiesto che i paesi al di sotto dei 700 abitanti, che non hanno un medico condotto, fossero serviti da un servizio mobile. Se ci fosse stato un dialogo la proposta l’avrebbero fatta loro e avrebbero fatto una bella figura. Invece, hanno dovuto aspettare Figliuolo». C’è poi l’industria. Quella legata a Stellantis su cui, a detta del segretario regionale della Cisl, si registra «silenzio a fronte di una situazione preoccupante». «Per il maggiore stabilimento italiano, il più grande, quello con la maggiore produzione, si stanno mobilitando i comuni, le Province mentre la Regione ci sembra inerme nonostante la richiesta di un incontro - continua Gambardella - Va, poi, sottolineata la mancata definizione di un piano di intervento sulla Pubblica Amministrazione per sostenere l’urto delle risorse della programmazione e delle risorse del Recovery plan. Bisogna fare le assunzioni, prevedere dove fare le assunzioni ma qui non si progetta e non si ragione, non si programma. Chi utilizzerà le risorse del Recovery plan? Anche sul fronte della sanità c’è la questione del fabbisogno del personale ed il tema del piano sanitario regionale, il ruolo del sistema ospedaliero e della sanità territoriale».
Problematiche: tante. Soluzioni: al momento poche. Almeno secondo Angelo Summa, segretario regionale della Cgil, che sottolinea come sulla Regione ci siano «due anni di inerzia assoluta». «C’è un vuoto programmatica ed una assenza di confronto con le organizzazioni sindacali su tante vertenze aperte dalla Firema, alla Ferrosud, a Stellantis - aggiunge il segretario della Cgil - La Basilicata è in una fase di grande crisi economica, accentuata dalla pandemia. La nostra mobilitazione è per accendere una luce su sviluppo e la voro. E per avere attenzione sui grandi temi legati al Recovey plan e alla programmazione, oltre alla questione del petrolio e dell’energia che restano centrali nelle politiche di sviluppo della Basilicata. Noi rischiamo di rimanere legati al fossile rispetto ad altre aree del Paese. La stessa Eni ha annunciato che dal 2049 uscirà dal fossile se non c’è un piano di transizione energetica noi resteremo legati al fossile. L’idrogeno potrebbe essere il tema rilevante in una stretta sinergia di parternariatocon Fca per sviluppare nuovi propulsori» Ma per Summa anche su sanità e PA «bisognerebbe investire» «Abbiamo una carenza strutturale di addetti di almeno 4mila unità bisognerebbe mettere su un piano assunzionale straordinario in cui dare una grande opportunità ai giovani - evidenzia il segretario - E su questo la Zes resta uno dei punti nodali per lo sviluppo della Basilicata. La logistica è importante per costruire un futuro su cui provare ad allocare gran parte delle risorse per lo sviluppo del manifatturiero della nostra regione»
Andare avanti, dunque. Puntare su alcuni settori strategici e superare i gap del passato. A spiegarlo è Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uil.
«Purtroppo dobbiamo recuperare il tempo perso - commenta - sul petrolio oggi non possiamo più permetterci di aspettare. Per questo abbiamo indetto la mobilitazione. Davanti ai cancelli del Centro olio poniamo la questione energetica nel rapporto tra petrolio e Regione Basilicata. Io ho lanciato gli Stati generali dell’energia per superare i ritardi ed i problemi che ci sono stati. La Basilicata è terra di idrocarburi ma anche di energie rinnovabili. Dobbiamo lanciare la Basilicata come hub dell’idrogeno e chiedere a questo governo regionale un cambio di passo su questo tema. La Basilicata deve diventare un laboratorio. dobbiamo mettere insieme tutte le grandi vertenze e dare una spinta anche alle risorse che arriveranno dal Recovery Fund. Fare scelte programmatiche accompagnandole a programmi di costruzione di una nuova fase di sviluppo. Dobbiamo chiedere all’ Eni gli 80 milioni che vuole investire in Val d’Agri come potranno essere utilizzati per recuperare posti di la voro, per dare risposte al territorio. Le criticità sono legate a come è stata gestita la fase Total, ai problemi di produzione, al rapporto con la Regione, alla questione dei cambi di appalto nonostante il patto di sito con le grandi difficoltà che si registrano. Adesso, bisogna incidere partendo da una missione, dobbiamo capire tra Governo nazionale e Governo regionale a che punto è la trattativa sulla concessione alle compagnie petrolifere». «Le compagnie petrolifere non le puoi lasciare da sole ma vanno messe una serie di regole per dare dignità alle persone - conclude Tortorelli - il petrolio finirà, le royalty finiranno. Bisogna fare in modo che i grossi giacimenti siano una opportunità e non un serbatoio di criticità e tensioni sociali».