POTENZA - Realizzare una sorta di «amazon locale». Il sogno che matura 10 anni fa a San Francisco, dove il colosso iniziava a muovere i primi passi. Un progetto di e-commerce a km zero che punta sui supermercati di quartiere e parte dalla Basilicata con Eurecart, azienda specializzata in servizi It, organizzazione e logistica per la gdo, che oggi porta la spesa in casa degli italiani con una rete di 239 punti vendita in 124 città di 7 regioni da Nord a Sud del Paese.
Laurea in Informatica e tante idee per Stefano Passatordi, 37 anni, che seguiva il sogno americano.
«Sono rimasto 2 anni in Usa. Erano gli anni in cui Amazon muoveva i primi passi. E io pensavo a un servizio che riuscisse a coniugare l’idea del market place con il rapporto di fiducia che lega il cliente alla piccola bottega del suo paese. Il cliente ordina on line ma la spesa arriva dal supermercato sotto casa. Nel 2013, la società di informatica lucana Intema finanzia la mia start up».
Un progetto allora rivoluzionario e coraggioso a Potenza certo non orientata all’e-commerce?
«L’avevo pensato come l’amazon locale che potesse offrire in un’unica soluzione la piattoforma su cui vendere, il supporto ai clienti e la rete logistica per effettuare le consegne a domicilio. L’intuizione era avvicinare il servizio all’utente, garantendo velocità e qualità: dai prodotti, al trasporto di merce anche deteriorabile, alle norme igieniche».
Ed è nata “Eurecart”...
«Eureka come il grido del cliente soddisfatto. È successo! Cart come il carrello della spesa».
Dal ragazzo di bottega che porta la spesa alla piattaforma che avrebbe raggiunto l’Italia...
«A Potenza fu un successo. Poi il salto di qualità, i primi passi a Roma e nel 2017 la nascita di Eurecart srl (di cui Passatordi è Ad, ndr) grazie all’accordo con Pac2000A Conad, grande player della Gdo italiana, attraverso una partnership con Intema Srl. Stiamo lavorando per sbarcare anche in Puglia. Auspichiamo di tornare in maniera strutturata a operare in Basilicata dove continuano a chiedere la ripresa del servizio».
Poi è arrivato il Covid-19?
«Lombardia e Emilia Romagna sono state le ultime regioni inserite tra il 2019-2020. Ma il servizio è esploso il 9 marzo scorso. Lo ricordo ancora, abbiamo avuto il quadruplo delle richieste che avevamo al giorno. Poi il trend ha seguito le ondate del Covid: ad aprile il picco con il 700-800% di ordini in più e 2,5 milioni di contatti, poi il calo estivo. Agosto è il mese in cui il servizio è meno richiesto, eppure abbiamo registrato il 100% in più di ordini rispetto al pre-Covid»
Non operate in Basilicata ma siete un’azienda a trazione lucana?
«In 3 anni, dal 2018, siamo passati da 0 a oltre 3 milioni e mezzo di fatturato. Cifra importante per un’azienda di Potenza, con sede operativa, supporto cliente, parte amministrativa e tecnica e personale utile ad espletare il servizio a Tito, che genera anche un indotto sui territori legato ai fattorini, tutti contrattualizzati, non riders».
E puntate a crescere...
«Cerchiamo personale per il supporto ai clienti e sviluppatori informaci per migliorare la piattaforma. Vogliamo lucani. Ma non si trovano informatici».