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Medicina in Basilicata, la sfida del nuovo Rettore

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Medicina in Basilicata, la sfida del nuovo Rettore

foto Tony Vece

Si punta alla creazione della Facoltà e all'avvio del corso di studi per 60 matricole nel prossimo anno accademico

Sabato 12 Dicembre 2020, 12:56

«Dobbiamo farla per i lucani. È una sfida importante per la nostra Università, sfida che vogliamo cogliere, che coinvolge noi e l’ente regione. Abbiamo un impegno morale e dobbiamo mettercela tutta per non deludere le aspettative dei lucani». Sono ore impegnative e stimolanti quelle che sta vivendo il rettore dell’Università degli Studi di Basilicata, Ignazio Marcello Mancini. Il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, quel sogno atteso da generazioni di aspiranti dottori lucani, è ad un giro di boa decisivo: entro il 13 gennaio l’Ateneo dovrà inviare la documentazione all’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario ed il 15 febbraio le carte approderanno al Consiglio universitario nazionale per le relative determinazioni. Tra feste di Natale e pandemia è evidente che l’Università lucana è in corsa contro il tempo.

Per chiudere tutto entro i termini e far partire il nuovo corso di studi, per 60 matricole, con l’anno accademico 2021- 2022. Una sfida per il neo rettore Mancini, eletto solo a settembre. Una sfida che lui, è determinato a vincere considerandola «un impegno morale» nei confronti dei lucani. Così tra scadenze e documentazione da presentare il lavoro nell’Ateneo lucano va avanti, L’ultimo atto è la costituzione della Commissione di Ateneo sul corso di cui fanno parte i professori Giovanni Salzano, Faustino Bisaccia, Fabrizio Caccavale, Nicola Cavallo, Claudio De Luca, Fabio Napolitano, Giuseppe Terrazzano, Carmen Izzo ed Ermanno Trasatti. E così a prendere forma è quel progetto che punta alla creazione della Facoltà di medicina.

In queste settimane si lavora alla definizione degli spazi per realizzare aule e laboratori, si discute della pianta organica con i docenti da individuare ed inserire, si progettano i laboratori che serviranno per i prossimi anni e si dibatte dell’interazione con le strutture sanitarie lucane, a cominciare dall’Azienda ospedaliera «San Carlo» di Potenza. Insomma, ad essere messo a punto è un progetto complessivo, a cui mancano alcuni dettagli che potranno essere definiti nei prossimi mesi e che avranno bisogno della collaborazione della Regione. «Abbiamo costituito la Commissione d’ Ateneo per l’istituzione del corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia chiamata ad occuparsi della progettazione del corso e di un piano di fattibilità aderente alla realtà in termine di costi - spiega il rettore Mancini - Ci sono, poi, scadenze ministeriali da ottemperare: una il 13 gennaio con e l’altra il 15 febbraio che sono necessarie per l’istituzione del corso. Sono verifiche con l’Anvur che per il corso di laurea di medicina sono più intense, poi la documentazione va al Cun nazionale che deve fare una valutazione sulla correttezza del progetto». Questo per arrivare al piano di realizzazione del corso di laurea nell’anno accademico 2021 - 2022.

Quindi, fra circa dieci mesi. Nel frattempo, nell’Ateneo lucano, ad essere definito non è solo il piano delle aule e laboratori ma anche il piano dei 18 docenti, tra professori e ricercatori, che dovranno essere utilizzati per il primo anno. Il tutto ovviamente con uno sguardo ai conti. Perché il sogno lucano di avere la Facoltà di Medicina è frutto anche dell’impegno economico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica, di quello della Sanità e della Regione Basilicata. La dote iniziale del programma è, infatti, di 26 milioni di euro. Due milioni per i primi tre anni saranno assegnati dal Miur, tre milioni per i primi tre anni saranno dati dal Ministero della Salute mentre la Regione Basilicata assegnerà tre milioni il primo anno e quattro milioni l’anno per il successivo biennio. Soldi che, poi, potrebbe incrementare quando ad essere ridiscusso sarà l’Accordo, stipulato 12 anni fa, che prevedeva, da parte del governo regionale, 10 milioni di euro all’Ateneo lucano per le sue attività. Ma di questo si dibatterà quando il corso di laurea in Medicina e Chirurgia sarà attivo. Ora, invece, è ancora il tempo della corsa per realizzarlo.

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