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Oltre 30 auto rubate nel Potentino: 5 arresti tra Melfi e Cerignola

 
Redazione online

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Oltre 30 auto rubate nel Potentino: 5 arresti tra Melfi e Cerignola

La base logistica secondo gli investigatori era nel Foggiano

Giovedì 05 Marzo 2020, 07:16

11:57

Cinque persone sono state arrestate dai carabinieri tra Melfi (Potenza) e Cerignola (Foggia) nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza contro una banda specializzata nei furti di auto, commessi decodificandone le centraline elettroniche per eludere i sistemi di sicurezza "immobilizer". Le indagini hanno riguardato 30 furti fatti di notte lo scorso anno in provincia di Potenza. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la base operativa e logistica della banda era a Cerignola.

«Erano sempre di quattro modelli" le circa 30 automobili rubate in provincia di Potenza, solo nella prima metà del 2019, dalla banda sgominata oggi dai Carabinieri, che hanno posto agli arresti domiciliari cinque persone, quattro di Cerignola (Foggia) e una di Melfi (Potenza).
I ladri - secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza - facevano parte di «un’unica organizzazione promossa e gestita da due pregiudicati cerignolani (padre e figlio), con il concorso degli altri tre indagati": la loro «attività», in particolare a Melfi, Rionero in Vulture, Barile, Rapolla e Lavello, è stata tanto rilevante da portare, fra 2018 e 2019, questi cinque comuni fra quelli italiani «più afflitti da questi reati di particolare matrice predatoria».
La banda agiva con centraline decodificate, sostituite a quelle montate sulle auto da rubare: la vettura veniva aperta, i fili di accensione «disarticolati», la centralina sostituita e ricollegata. Quindi motore messo in moto e auto sparita. Le modalità «tutte ricorrenti, consuete e ben consolidate», avevano "allarmato» i cittadini. Dopo un tentativo di furto, a Barile, il 7 maggio 2019, erano cominciate le indagini: il 13 maggio successivo, due dei cinque indagati furono arrestati in flagranza di reato, a Melfi. Le indagini furono ulteriormente approfondite: esame dei tabulati telefonici e delle immagini di videosorveglianza e riscontri operativi hanno permesso di "ricostruire l’intera attività criminosa» della banda.

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