Sacerdote lucano «spretato» da Papa Francesco: molestie sessuali ai militari
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Pino Perciante
06 Gennaio 2019
Una «follia» per gli ambientalisti; «faremo ricorso», annuncia la Regione. L'assessore all'ambiente, Francesco Pietrantuono, interpellato dalla «Gazzetta», anticipa l'impugnazione dei provvedimenti che autorizzano le ricerche di petrolio nel mar Jonio, mentre, allo stesso tempo, un coro di proteste si alza dal fronte ambientalista che parla di voltafaccia ormai conclamato del governo gialloverde dopo il caso Masseria La Rocca.
L'attenzione della Regione Basilicata e lo sdegno di associazioni e comitati ecologisti si concentrano contro i tre permessi appena rilasciati dal ministero dello Sviluppo economico per la ricerca di petrolio e gas a largo delle coste lucane, pugliesi e calabresi. I tre permessi sono stati rilasciati alla società Global Med. Si tratta dei permessi F.R43.GM, F.R44.GM ed F.R45.GM, per un totale di 2.220 km quadrati. I permessi in questione prevedono che la ricerca di petrolio sia fatta con la tecnica dell’air gun. La Regione annuncia ricorso al Tar del Lazio («siamo assolutamente contrari», afferma Pietrantuono) e gli ambientalisti sono sul piede di guerra. Il parere del ministero conferma infatti - per dirla con il coordinamento nazionale dei No triv – che non c’è nessuna discontinuità tra l’attuale governo e quelli che lo hanno preceduto.
Anche quello in carica, in tutte le sue componenti è un governo fossile. Delle tre «vecchie» istanze di permesso di ricerca in mare – sottolineano gli anti trivelle - ci eravamo occupati in diverse occasioni, evidenziando tutta una serie di criticità, sia sotto il profilo autorizzativo, sia sotto quello ambientale. L’associazione Mediterraneo No Triv evidenzia che “il primo settore che indubbiamente subirà gli effetti della decisione del MISE sarà quello della pesca. A rischio anche il settore del turismo, altra voce economica di estrema importanza per le tre regioni interessate dai progetti petroliferi. Del tutto ignorate anche le preoccupazioni da noi sollevate in merito alla fragilità delle coste così come per l'enorme patrimonio di coralli rossi presenti nel nostri fondali marini e per i cetacei la cui sopravvivenza è seriamente messa in pericolo dalla tecnica di ricerca con air gun».
Noscorie Trisaia chiede «alle Regioni Puglia, Calabria , Basilicata e a tutti i comuni delle tre regioni che si affacciano sul Golfo di Taranto di opporsi ai decreti rilasciati dal Mise presentando ricorso al Tar del Lazio».
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