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Violenza sessuale
Redazione on line
30 Novembre 2018
Il gup di Potenza Rosa Maria Verrastro, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato un farmacista operante nel centro storico di Potenza a quattro anni, otto mesi e 20 giorni di reclusione per violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pornografico con minori. Il pm aveva chiesto una pena di nove anni e quattro mesi di reclusione.
Il farmacista fu sospeso nel gennaio 2017 dopo la denuncia di una donna che ha permesso l’avvio delle indagini della Squadra mobile. Sarebbero emersi casi di donne (anche minorenni) che si erano rivolte al farmacista perché temevano una gravidanza indesiderata: l’uomo consigliava una crema (preparata da lui stesso) dalle presunte proprietà spermicide da applicare nel bagno della farmacia. Le donne venivano così riprese con una "spy-cam» e i filmati venivano poi riversati sul pc. Il giudice ha condannato Perri anche alla sospensione dell’esercizio della professione di farmacista per 12 mesi, e all’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado.
In una nota, gli avvocati Ottavia e Savino Murro «in qualità di difensori di 3 parti civili costituite nel processo contro il farmacista» hanno evidenziato di ritenere che «questa condanna bilanci in modo equilibrato sia le esigenze preventive e repressive che quelle rieducative della pena, dando giusta attenzione alla gravità del fatto e al dolore sopportato dalle vittime. L’auspicio è che tali sentenze possano costituire motivo di repressione per futuri crimini a sfondo sessuale e aiutino le vittime di tali disdicevoli reati a trovare la forza e il coraggio di denunciare».
L’Associazione 'Telefono donnà di Potenza, «costituitasi parte civile», in un comunicato, ha ricordato di essere «stata presente nel processo a nome di tutte le donne che da questa vicenda si sono sentite lese nella loro dignità e attraverso questa presenza ha inteso dare maggior forza alle donne costituitesi nel processo. Non potevamo non essere presenti anche perché la giovane donna, che con la sua denuncia ha dato l'avvio alle indagini, dopo pochi giorni dal fatto si è rivolta al Centro Antiviolenza del Telefono Donna, dove lei,(alla quale in seguito si è aggiunta un’altra donna) ha trovato sostegno psicologico e legale da parte delle avvocate Ottavia Murro e Rosadele Giugliano, consulenti legali dell’Associazione. La sua personale decisione, presa non a cuor leggero, trattandosi, tra l’altro, di un amico di famiglia, è stata sostenuta fin da subito dall’Associazione, che ha condiviso la sua volontà di andare avanti per sé stessa innanzitutto, per le donne che con tutta probabilità avevano subito violenza prima di lei e per quelle che avrebbero potuto subirla in futuro, se il farmacista non fosse stato fermato. Ci riteniamo soddisfatte del risultato ottenuto, dal momento che il dispositivo ha riconosciuto le esigenze delle vittime di questi gravissimi reati».
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