Melfi, area in industriale in tilt per il maltempo: «Tutto fermo per un centimetro di neve»
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Petrolio
16 Maggio 2018
di Maria Vittoria Pinto
Manifestare contro il «progetto interregionale Tempa Rossa» perché è ormai imminente nell’alta valle del Sauro l’avvio delle prove di estrazione e produzione dei 6 pozzi perforati e attrezzati in attesa dell’autorizzazione di altri 2. Numerose associazioni e realtà tarantine e lucane, come spiegato da Francesco Masi (Coordinamento nazionale No Triv) e Giuseppe Di Bello (Liberiamo la Basilicata) hanno deciso di promuovere una prima manifestazione congiunta a carattere interregionale a Corleto Perticara. Alla manifestazione sono attese anche associazioni ambientaliste da Campania e Calabria, mostrando una richiesta unita di tutto il Sud.
«Nell’imminenza dell’avvio delle attività estrattive e produttive dei pozzi e del Centro Oli del “Progetto Interregionale Tempa Rossa”, secondo giacimento di petrolio e gas più grande in Europa, dopo quello di Viggiano - hanno detto Masi e Di Bello -, denunziamo la palese contraddizione delle istituzioni locali e regionali che parlano di “punto zero” ambientale, mentre da diversi anni restano irrisolti seri problemi di inquinamento e promesse di bonifica in siti dove si sono verificati sforamenti delle soglie di contaminazione nei pressi di pozzi, dove si distende la più grande discarica da idrocarburi d’Europa (la Semataf), dove agiscono sostanze cancerogene pericolose per la salute e per l’ambiente».
I promotori pongono l’attenzione sulla necessità di un continuo monitoraggio sanitario e segnalano «la pesante responsabilità di governo e petrolieri di provocare inevitabili ulteriori ricadute ambientali per un territorio già fortemente martoriato da megaimpianti come l’Ilva, il cementificio Cementir, le attività del porto commerciale, la raffineria di Taranto, con un significativo incremento di navi, il prolungamento del nuovo pontile nel Mar Grande, la costruzione di ulteriori mega cisterne».
I rilievi vanno anche la modo di operare conc ui sono stati decisi gli interventi e a quella che è stata definita «l’arroganza di un governo uscente ci ha regalato il frutto avvelenato della deliberazione adottata in Consiglio dei Ministri il 22 Dicembre scorso, regalando una delibera di autorizzazione unica per l’adeguamento delle strutture di logistica presso la raffineria di Taranto dell’Eni».
Per tutti questi motivi l’invito a manifestare per «dare priorità assoluta alla salute e all’ambiente in territori che continuano a pagare prezzi altissimi, avviando o portando a termine le mancate bonifiche delle aree lucane e pugliesi, esigendo la programmazione e l’attuazione certa della bonifica dei pozzi acquiferi e delle discariche; chiediamo l’istituzione dell’obbligo sistematico di “sorveglianza sanitaria”, alla stregua dei protocolli cui sono sottoposti i lavoratori del settore delle estrazioni di petrolio e gas e dei rifiuti pericolosi, per poter individuare sin da subito eventuali insorgenze tra i cittadini residenti nelle aree ad alto rischio» e perché si ripensi l’«“emendamento Tempa Rossa”, ponendo la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni».
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