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Dieci ore per soccorrere una donna a Ginosa

 
Maria Rosaria gigante

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Maria Rosaria gigante

team soccorritori a Ginosa

Domenica 08 Gennaio 2017, 12:16

di MARIA ROSARIA GIGANTE

Taranto, e soprattutto la provincia, stretta nella morsa del gelo e della neve. Disagi soprattutto sulle strade fuori dalle cinte urbane, ma è nell’area occidentale che la situazione ha assunto spesso toni di drammaticità. A vivere sulla propria pelle tutto ciò, in particolare gli operatori del soccorso sanitario del 118 e, indirettamente, i cittadini colti da malori. E’ stata per certi versi una notte da incubo quella vissuta tra venerdì e sabato scorsi quando un intervento relativo ad una donna con codice rosso a Ginosa è durato circa dieci ore. Ma fortunatamente la paziente 73enne, con una cardiopatia ischemica ed un defibrillatore impiantabile che aveva cominciato a scaricare e, dunque, a rischio di mandare da un momento all’altro la donna in arresto cardiaco, è stata consegnata intorno alle 10 di ieri mattina ai medici dell’ospedale Santissima Annunziata. La chiamata di soccorso era giunta a mezzanotte alla centrale operativa.

L’episodio costituisce l’emblema di una situazione complessiva di estrema difficoltà in cui la rete dei soccorsi, attrezzata pure con mezzi con gomme termiche e catene e con organici rimodulati a causa dell’impossibilità degli operatori di turno a raggiungere le proprie postazioni, ha dovuto fare i conti con l’impraticabilità di gran parte delle strade dell’area occidentale duramente colpita dalle tempeste di neve. Ed è proprio la difficoltà incontrata dai mezzi del 118, spesso impossibilitati a muoversi dalle proprie postazioni, a spingere il direttore Mario Balzanelli, a denunciare «l’assoluta inefficacia ed impreparazione da parte degli enti locali nel mettere in atto le misure necessarie (spargimento di sale, uso di mezzi spalaneve) ad evitare l’impraticabilità assoluta delle principali vie di comunicazione». In buona sostanza, sono apparsi del tutto insufficienti, se non inesistenti, i mezzi spalaneve che avrebbero dovuto intervenire - peraltro con l’allerta lanciata da giorni - per spalare la prima neve ed evitare la formazione di ancor più pericolose lastre di ghiaccio.

Dieci ore, dunque, si diceva, la durata dell’intervento più emblematico della nottata precedente. Intervento durante il quale sono stati impegnati ben 5 mezzi ed altrettanti team del 118 di Taranto (che nella tarda serata di venerdì aveva intensificato con due team medicalizzati le postazioni dell’area occidentale) ed un altro team del 118 della Basilicata. E’ il direttore del 118, Balzanelli, che ha coordinato i soccorsi nella notte ed è intervenuto poi in prima persona, a raccontare le vicissitudini.
«La chiamata di soccorso è giunta alla nostra centrale intorno alla mezzanotte. Una situazione gravissima - racconta Balzanelli -. Abbiamo subito tentato di mandare sul posto una prima ambulanza da Ginosa che, però, non è riuscita a raggiungere l’abitazione della donna ubicata in un vicolo stretto del centro storico. Abbiamo, quindi, inviato un’ambulanza da Laterza, ma neppure questa riusciva a raggiungere Ginosa. A quel punto, abbiamo dirottato da un’altra strada verso Ginosa le due auto mediche di rinforzo organizzate la sera precedente. Ma, mentre cercavano di raggiungere il posto, una delle due auto è uscita fuori strada. Abbiamo, quindi, chiesto ulteriori rinforzi al 118 di Potenza che ha inviato verso Ginosa il team della Basilicata teoricamente più vicino. Ma, anche in quel caso, il mezzo non è riuscito a passare. Intorno all’una del mattino, abbiamo organizzato un altro soccorso da Taranto con due automediche con mezzi 4x4. Indescrivibili il muro di neve e le lastre di ghiaccio che abbiamo affrontato sulla statale 106 su cui non si riusciva ad andare oltre i 10 chilometri orari. Al bivio di Ginosa - prosegue Balzanelli -, uno dei due mezzi si è fermato ma siamo riusciti a farlo ripartire ed arrivare fortunatamente, davvero con l’aiuto della Provvidenza, a Ginosa dove in una piazza ci aspettavano i mezzi della Protezione Civile. Con uno spalaneve, siamo riusciti quindi ad arrivare in prossimità dell’abitazione della donna che abbiamo, intorno alle 5, raggiunto a piedi nella neve. Qui, abbiamo stabilizzato la donna e, con una procedura del tutto irrituale, abbiamo potuto sistemarla nell’automedica per trasferirla al Santissima Annunziata dove siamo giunti intorno alle 10 di stamane (ieri mattina - ndr)».

Nel frattempo un paziente 82enne in arresto cardiaco a Massafra è stato recuperato e trasferito al Santissima Annunziata. Mentre, sempre a causa dell’impossibilità a raggiungere l’ospedale di Castellaneta, un paziente dializzato con codice rosso è stato ospitato presso il Punto di primo intervento di Mottola e un altro paziente con frattura di un arto inferiore è stato ospitato presso il Punto di primo intervento di Ginosa, strutture, dunque, che hanno funzionato da veri e propri mini ospedali. Le stesse strutture che il piano di riordino ospedaliero vorrebbe ora del tutto cancellare.

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