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Conte: «Ora ci aspetta un'impresa da titani»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Lunedì 27 Giugno 2016, 20:16

28 Giugno 2016, 12:07

ROMA - «Lo sapevo che sarebbe finita così. Questi ragazzi sono straordinari, hanno dentro qualcosa di speciale, fuori dall’ordinario. Dimostrato che Italia non è catenaccio: l’idea può battere talento». Queste le parole a caldo ai microfoni della Rai del ct azzurro Antonio Conte dopo la vittoria con la Spagna per 2-0.

«Adesso c'è da recuperare, ci aspetta un’altra partita dura, tosta, contro la Germania - ha detto ancora Conte -, ma abbiamo dimostrato che l’Italia non è solo catenaccio. Il più bel complimento ce l'ha fatto Xavi quando ha detto che l’Italia gli ricorda metà Atletico Madrid e metà Barcellona. Sabato sarà più dura di oggi, dispiace per Thiago Motta, che è il nostro dodicesimo».

«Adesso godiamoci questa vittoria e recuperiamo le forze perché contro la Germania è una partita tosta, più difficile di questa con la Spagna». Antonio Conte è raggiante e pensa già alla sfida con la Germania ai quarti. «Solo a sentirlo Italia-Germania è una sfida che mette i brividi», ha aggiunto.

«Vorrei che mi ripeteste oggi la domanda sul bilancio dell’Europeo, vittoria o fallimento...»: Antonio Conte, i quarti di Euro 2016 in tasca, si toglie il sassolino dalla scarpà chiedendo la domanda a un cronista che aveva posto la questione dopo l’Irlanda: «Magari ha portato bene, e se me la rifate...», ha scherzato il ct, parlando anche dell’addio post Europei: «Sono un animale di campo, e capisci quando in certi luoghi alcune cose non ti sono permesse: chissà, forse un giorno tornerò su questa panchina».

Ora c'è da godersi il momento e pensare alla Germania: Thiago Motta è squalificato, De Rossi è uscito zoppicante dopo aver preso male la sostituzione («spero di recuperarlo, ma proverò soluzioni alternative, di ripiego») e Candreva è in forse. «Non ce lo nascondiamo, è una partita in salita. A marzo a Monaco - ricorda - ci hanno battuto 4-1: fu risultato anche eccessivo, però ci ha tolto delle certezze. Con la vittoria di questa sera recuperiamo autostima, ma non le distanze da loro: sono i più forti di questo torneo, nessun dubbio. Però sulla carta il calcio è uno, in campo un altro», ripete, come aveva detto preparando la sfida alla Spagna.

Ora è il momento dell’orgoglio e della rivendicazione: «Ho modellato per due anni un progetto che si riassume in una parola: lavoro - ribadisce - Ci davano per spacciati già prima della qualificazione, e invece agli spareggi è andato la Croazia. Siamo stati l’unica squadra qualificata dopo due partite, e non è poco. Abbiamo battuto Belgio - prosegue - Svezia e Spagna, che resta una delle squadre più forti al mondo: possiamo essere orgogliosi?». «Io lo sapevo - il suo passo indietro - che una sconfitta con l’Irlanda ci avrebbe creato rotture di scatole: ci hanno massacrato per quel risultato. Ma forse è stato anche salutare. Volevamo sorprendere, ci siamo riusciti in parte. Ora l’impresa che abbiamo davanti è davvero da titani: ma non dobbiamo smettere di avere sete di vittorie».

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