ROMA - Incassato il primo via libera al disegno di legge sulle unioni civili, il Pd si prepara ad affrontare un’altra 'battaglià che rischia di spaccare una seconda volta la maggioranza. La prossima settimana infatti i Dem hanno intenzione di affrontare il capitolo della riforma delle adozioni e, come mette in chiaro il vice segretario Debora Serracchiani, sarà un argomento da affrontare a 360 gradi: "Adozioni per tutti, sia chiaro», è il messaggio inviato agli alleati. E se le adozioni rischiano di rimettere in discussione i numeri della maggioranza, ad alzare ancora di più la tensione è la notizia della paternità di Nichi Vendola che insieme al suo compagno Ed Testa è diventato padre di un bimbo nato in America grazie all’utero in affitto.
Noncurante delle minacce che arrivano dagli alleati, il Pd non intende perdere tempo sulla riforma delle adozioni. La prossima settimana è in programma un’assemblea dei deputati Dem proprio per iniziare ad entrare nel vivo delle modifiche alla legge. L’intenzione è di procedere spediti e dare la possibilità di adottare anche alle coppie omosessuali alza la tensione dentro la maggioranza con i centristi di Angelino Alfano pronti a minacciare anche la tenuta del governo. Il ministro dell’Interno in un’intervista al Messaggero mette ben in chiaro i suoi paletti: «Il patto tra di noi è chiaro e lo stralcio delle adozioni non è solo su questo provvedimento ma in generale. Mai - ribadisce il leader di Ncd - avremmo votato la legge se ci fosse stato detto che lo stralcio della stepchild era provvisorio, in attesa di una nuova legge. Su questo la nostra intransigenza è assoluta».
Dura anche la presa di posizione di Maurizio Lupi, capogruppo di Ap alla Camera: «Il Pd non cerchi di far rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta, potrebbe andare di nuovo a sbattere contro la maggioranza del Parlamento e degli italiani, che in tutti i sondaggi continuano a dire sì al diritto di un bambino di avere un padre e una madre e no alla pretesa delle coppie omosessuali di avere un bambino a tutti i costi».
E se alla Camera i numeri del Pd consentono di poter stare tranquilli, il problema rischia di riaprirsi a palazzo Madama dove tornerebbero centrali ancora una volta i senatori di Ala e magari anche gli esponenti della Sinistra favorevoli, come fa sapere Arturo Scotto: «Siamo disponibili - dice il capogruppo di SI a Montecitorio - su questo tema c'è anche un nostro testo».
Chi resta in attesa invece è il Movimento Cinque Stelle che oggi con uno dei volti più noti, Alessandro Di Battista, non escluso l’ipotesi di poter appoggiare il ddl sulle unioni civili una volta che approderà alla Camera. Prima del via libera - chiarisce il grillino ospite dell’Intervista su Sky - dobbiamo vedere il testo. Cosa che, spiega Di Battista, non è avvenuta a palazzo Madama: «Al Senato - sottolinea il deputato pentastellato - hanno impedito di votare e accusano i cinque stelle di non aver votato un emendamento che consentiva la stepchild adoption, emendamento che non è stato mai messo ai voti. Siamo al limite del colpo di stato soffice».
L’esponente del direttorio M5s chiama poi in causa la minoranza del Pd sul piede di guerra dopo la fiducia al governo votata dai senatori verdiniani: «Contro Alfano abbiamo presentato una mozione di sfiducia al Senato - ricorda Di Battista - la minoranza Dem la voti altrimenti sono dei quaquaraquà e si meritano di essere asfaltati da Renzi».
Di Battista a parte, la scontro tra le diverse 'animè del Pd non accenna a diminuire. A puntare il dito contro la minoranza del Pd è ancora una volta il ministro Maria Elena Boschi: «Il congresso è previsto nel 2017 e si farà nel 2017. Sarà la gente a scegliere tra chi è più bravo a lamentarsi e chi, come Renzi, sta dimostrando con i fatti la ripartenza».