Dalle scelte che si compiono oggi dipenderanno molte cose. Può accadere di tutto. In Europa sono diversi i competitor che vorrebbero eliminare un pesante concorrente ed accaparrarsi le quote di mercato per garantire la propria sopravvivenza.
Ecco perchè sono in molti a volerne la chiusura». Lo ha detto il segretario generale della Cgil di Taranto, Giuseppe Massafra, spiegando con i segretari provinciali di Cisl (Antonio Castellucci) e Uil (Giancarlo Turi), i motivi della manifestazione legata al caso Ilva in programma il 10 febbraio a Taranto, ultimo giorno utile per la presentazione delle manifestazioni di interesse per l’acquisto delle aziende del gruppo Ilva.
«Può anche - ha aggiunto Massafra - accadere, ed è quello che tutti noi auspichiamo, che si costruiscano le condizioni per tornare a rendere competitivo uno stabilimento che senza ombra di dubbio, dovrà essere trasformato, innovato, reso compatibile con le esigenze del territorio e in grado di generare nuova ricchezza ben distribuita. Oggi, a nessuno di noi è dato sapere quale scenario si prospetta. Ma la posta in gioco è troppo alta per rimanere solo in attesa». Con la manifestazione «vogliamo far sentire - ha osservato il segretario della Cgil - la voce dei lavoratori, vogliamo far sentire la voce di questo territorio».
Per il segretario della Cisl Castellucci «ci giochiamo un pezzo importante dell’economia non solo tarantina, ma italiana ed internazionale».
Turi della Uil ha infine fatto rilevare come «l'emendamento che ristabilisce al 70% l’integrazione salariale per i lavoratori in solidarietà rappresenta il minimo sindacale, ma serve una discussione più ampia e deve cessare la politica degli interventi tampone».