L’emotività, ovviamente, è molto forte. «Sì, siamo agitati - rileva ancora la presidente - perché ogni volta che si rivivono questi momenti, può capitare anche che si venga a conoscenza di altri dettagli. Che, per ragioni ovviamente di giustizia, si possano ricordare momenti della vicenda nei suoi aspetti particolareggiati. Questo provoca a me, ma anche ovviamente agli altri familiari delle vittime, un bel po’ di tensione. Siamo qui, siamo a Palermo in prima fila, come è accaduto per tutte le altre udienze».
La fiducia nella giustizia, ovviamente, è molto alta. «Abbiamo fiducia che il giudice possa emettere la giusta sentenza - rileva la presidente - in modo tale da alleviare leggermente la nostra angoscia. Certo, il vuoto resta ugualmente. Nessuna condanna potrà alleviare il nostro dolore. Nulla è comparabile al danno che abbiamo ricevuto, nulla è comparabile alla perdita di un figlio, di un parente, di un affetto».