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Uomo galleggiante: pugliese il primo libro del nuoto

 
Pasquale Vitagliano

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Pasquale Vitagliano

Uomo galleggiante: pugliese  il primo libro del nuoto

Risale al 1794 e lo scrisse il terlizzese Oronzio de Bernardi

Martedì 25 Maggio 2021, 11:40

Il nuoto ha una bellezza antica. I nuotatori si presentano come bellissime sculture viventi, direbbe Pierre De Coubertin. Chi ammira questo sport conosce sicuramente le pitture dei tuffatori di Paestum. Ma per comprendere come abbia fatto Federica Pellegrini a infrangere per 11 volte il record mondiale nello stile libero si deve ricorrere alle scienze motorie. Se già nella Magna Grecia del 480 a. C. erano attratti dalla seducente plasticità dei corpi in acqua, il primo trattato scientifico sul nuoto come disciplina sportiva risale al ‘700.

L’uomo galleggiante, o sia, l’arte ragionata del nuoto. Questo è il titolo del libro, pubblicato dalla Stamperia Reale di Ferdinando IV nel 1794. L’autore è Oronzio de Bernardi, un sacerdote agostiniano, che nel 1768 fu vicario del vescovo di Tropea, Felice de Paù, e consultore dell’arcivescovo di Trani, Gaetano Maria Capece.

In seguito, dopo aver rinunciato al vescovato a Bisceglie, fu luogotenente della curia di Giovinazzo ed esaminatore sinodale. Era nato a Terlizzi nel 1735. Nei suoi studi aveva conciliato le sue conoscenze fisico-matematiche con una passione, allora inconsueta e scandalosa, per il nuoto. A Napoli, dove si era già recato nel 1750 per studiare e seguire le lezioni di Antonio Genovesi, ebbe l’opportunità molti anni dopo di esporre i risultati dei suoi studi al ministro J. F. E. Acton, ministro della Real Marina.

Questi lo affidò al generale Bartolomeo Forteguerri e quando le verifiche dimostrarono che il religioso terlizzese aveva visto giusto sul galleggiamento umano, gli commissionò la stesura dell’opera.
Dedicata ad Acton, consiste di una prefazione e diciannove capitoli. Fu concepita come la prima parte di una trattazione in due volumi. Ma il secondo non fu mai completato. Vennero così raccolti i fondamenti teorici dello spostamento dei liquidi e, sviluppando gli studi sul moto animale di G. A. Borrelli nel secolo precedente, fu descritta per la prima volta la meccanica del nuoto.

Il lavoro fruttò a de Bernardi una rendita vitalizia da parte del re borbonico e il successo europeo del librò gli dette anche una certa fama. L’uomo galleggiante venne tradotto in francese, spagnolo e tedesco. Egli stesso poté frequentare le accademie dei Georofili, di Parigi, di Pietroburgo. E tutti gli studi successivi, a partire da quelli del tedesco Guts Muts, avrebbero seguito la strada aperta dal sacerdote terlizzese. Nella sua città natale ritornò dopo la pubblicazione del libro, e qui si spense nel 1806. Trentasei anni dopo, nel 1842, saranno realizzate le prime piscine pubbliche moderne, i Bagni di Diana, a Milano, nei pressi di Porta Venezia, progettati dall’architetto Andrea Pizzala.

La passione di de Bernardi nasceva dalla convinzione che l’attività fisica migliorasse la salute. La condivideva, infatti, con un amico, il celebrato medico, Domenico Cotugno. Il nuoto deve a questa stravaganza del «secolo dei lumi» le sue fortune moderne. Chissà se Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, abbia mai saputo dell’esistenza di questo «testo sacro» del nuoto. Lui che fu il primo italiano a scendere sotto il limite del minuto nei 100 stile libero. Era il 18 settembre del 1950. O se lo saprà mai Benedetta Pilato che lo scorso 22 maggio, a sedici anni, ha stabilito il record del mondo nei 50 rana donne agli Europei di nuoto di Budapest, togliendolo all’americana Lilly King.

Certo, non è casuale che questo passione abbia le sue origine nel XVIII secolo che si innamorò delle forme neoclassiche, riproponendole come un modello di bellezza. Il nuoto stesso, infatti, è uno sport «neoclassico» in cui gli opposti sono perfettamente equilibrati, la potenza si concilia simmetricamente con l’armonia. Statuari sono i nuotatori. Ecco che Federica Pellegrini e Michael Phelps, il più decorato atleta olimpico di tutti i tempi, possono essere presi come paradigmi di questa perfezione formale. Di questa sintesi possiamo considerarli lo yin e lo yang.
D’altra parte, la (ri)scoperta di questo testo antico ci apre lo sguardo su un'altra passione, quella per i libri antichi e rari, come oggetti dotati di una propria autonoma bellezza e per i loro contenuti, spesso misteriosi o semplicemente dimenticati. Troviamo qui un altro legame non casuale.

Quello col cinema che spesso ha messo al centro delle proprie trame la ricerca di preziosi libri perduti. La storia de L’uomo galleggiante potrebbe essere quella del Libro delle visioni di cui racconta The book of vision di Carlo Hinterman, prodotto dal grande Terrence Malick, presentato all’ultima edizione del Festival di Venezia (con un altro terlizzese presente, Giuseppe D’Amato, regista del suono). Eva, una giovane dottoressa, lascia la carriera di medico per mettersi alla ricerca di questo libro nel quale un medico nella Prussia del Settecento ha raccolto le testimonianze dei suoi pazienti, registrandone a mano paure, speranze e sogni.

Sì, il Libro delle visioni, specie per il suo rapporto sapienziale con il corpo, richiama con una misteriosa energia L’uomo galleggiante di Oronzio de Bernardi. Ed allora, è bello immaginare che il grande regista americano possa realizzare un film su questo libro: il Libro dell’Acqua. Suggestivo, vero. Ed un grande viatico per continuare a promuovere la nostra Terra quale luogo di tesori nascosti.

L'uomo galleggiante, o sia, L'arte ragionata del nuoto, scoperta fisica pubblicata per graziosa munificenza de' sovrani, e signori delle Sicilie Ferdinando IV Borbone e Maria Carolina d'Austria pii Felici Augusti. Il primo libro italiano sul nuoto, molto raro, edizione originale Napoli 1794 Stamperia Reale, legatura d'epoca, 489 pagine numerate di cui XII in numeri romani, in due parti, nelle quali ci sono il frontespizio, il ritratto dell'autore e le pagine di dedica sono ripetute nelle due parti, più 4 pagine bianche nella prima parte e due bianche nella seconda, piu 18 tavole incise su rame a piena pagina. La prima parte tratta della teoria fisica del nuoto e la seconda parte e dedicata alla pratica. Il libro ebbe grande successo in Europa e fu tradotto in francese, spagnolo e tedesco. Lievi tracce d'umidità che non danneggiano né il testo né le tavole.

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