È nato un neologismo parlamentare: la «zona Ciampolillo», ovvero quell’insondabile lasso di tempo che passa dalla chiusura di un dibattito nelle Camere e l’avvio delle procedure di voto. È in quel momento, come avveniva nel calcio per la «Zona Cesarini», ovvero per i gol segnati nei minuti finale delle partite (espressione che si deve alle marcature della mezzala juventina Renato Cesarini), che si materializza Lello Ciampolillo, il senatore barese ex 5S. Nella votazione sulla fiducia al governo Draghi, ha iscritto il suo intervento in extremis, facendo inalberare la presidente Maria Elisabetta Casellati, che ha tuonato: «Ma lei viene sempre all’ultimo momento…». Presa la parola, il parlamentare barese ha messo in scena una performance contro Matteo Salvini, accusando il leghista di insultarlo «senza aver mai lavorato un giorno», e di esser stato giornalista di una «illegale» Radio Padania: Ciampolillo di frequenze se ne intende, essendo stato in passato comproprietario della emittente locale Bari Radio Uno. Poi ha difeso le sue posizioni sul sapone anti-Xylella e sulla cannabis terapeutica per il Covid, ha contestato l’irreversibilità dell’euro e elogiato le politiche antipandemiche poco restrittive della Bielorussia e delle Svezia, con una puntuale coerenza con le singolari posizioni assunte in questi ultimi mesi.
Il mondo social ha subito eletto Ciampolillo ad hashtag trendy del momento. E nel vortice di commenti su Twitter, il popolo della rete di è sbizzarrito. Ecco una selezione dei commenti più esilaranti: «#Ciampolillo con calma»; «"In Bielorussia sono aperte anche le discoteche", ma l’ha detto davvero o sto svalvolando io?»; «#ciampolillo è come l'anziano davanti alla Tv: appena stai per spegnere, lui si sveglia»; «#ciampolillo che ansimando divulga il suo pensiero all’interno del #Senato ha fatto perdere anni di vita all’interprete Lis Rai»; «Quando c'era lui i #Ciampolillo arrivavano in orario».
Poi un commento attribuito a Paolo Mieli: «Ancora un ritardo per #Ciampolillo che diventa "un Razzi" con la "tecnica Ciampolillo": arrivare tardi per farsi notare». C’è anche chi invoca un serie Netflix su come Ciampolillo sia arrivato in Senato. L’ex dipendente Enel e già sindacalista Ugl è passato in pochi giorni da essere un supporter dell’ultimo secondo per l’esecutivo Conte, al sognare un ministro dell’Agricoltura fino allo schierarsi contro Draghi. È diventato una icona pirandelliana, un involontario Leonard Zelig che Woody Allen non potrebbe non amare. Ma è soprattutto - con le sue posizioni estreme e spesso davvero bizzarre - un elogio vivente della libertà d’opinione politica, al tempo del pensiero unico e delle censure social. E, fuori dagli schemi politologici, non è altro che l’amico che abbiamo tutti nella vita, quello che arriva sempre in ritardo agli appuntamenti, e ci fa arrabbiare. Come la presidente Casellati.