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San Nicola dei pescatori, l'opera prende forma

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

San Nicola dei pescatori, l'opera prende forma

Agli sgoccioli la realizzazione del progetto della gigantesca statua di «San Nicola dei Pescatori», ideata da un gruppo di professionisti coordinati dall’architetto Ugo Cassese

Giovedì 06 Agosto 2020, 14:40

15:00

BARI - San Nicola non solo va per mare, ma presto vigilerà su tutta Bari in una prospettiva d'unione tra acqua e terra. È agli sgoccioli la realizzazione del progetto della gigantesca statua di «San Nicola dei Pescatori», ideata da un gruppo di professionisti coordinati dall’architetto Ugo Cassese. Il team è composto da Giuseppe Favia, Mauro Antonio Mezzina (Accademia delle Belle Arti di Bari, scultore e ideatore dell’opera), Nicola Marrone e Giuseppe Sarno, Michele Mossa (Dicatech Politecnico), Graziano Talò (Jonio Sub Taranto), Paolo Tarì e Antonio Toscano.

«Il nostro San Nicola dei Pescatori è ormai concluso sul piano progettuale e ha finalmente una veste parametrica. Si procede senza clamori e attualmente è in una fase cruciale dal punto di vista operativo - spiega Cassese -. Aspettiamo solo di affinare alcune parti tecnico-organizzative per poter svelare alla città l'iniziativa a 360°. A settembre, comunque, avrete tutti i dettagli sull'opera. Ora sarebbe prematuro anticipare». L’architetto, rubando la metafora del poeta Giorgio Caproni, usata a sua volta da Renzo Piano per descrivere il nuovo ponte di Genova come la personificazione della città fatta di ferro e di vento, descrive quest’opera come qualcosa «fatto di pietra, di bronzo, di vento e di mare».

L’idea di realizzare il grande monumento nicolaiano nasce nel settembre 2012. Il soggetto originario rappresenta un gozzo da pesca naufragato su un’isola in pietra calcarea, i resti del quale, trasfigurandosi, assumono le sembianze del Santo con lo sguardo rivolto ai marosi e con la mano protesa a invocarne l’indulgenza. La modernità della scelta stilistica asseconda uno spirito di laicità del soggetto, esaltando il ruolo civico della composizione.

L’opera, in bronzo, sarà realizzata con risorse private attraverso una raccolta fondi che supererà i confini regionali e nazionali, rivolgendosi a tutti i soggetti del mondo imprenditoriale economico, commerciale e della società civile. «Il meccanismo di auto-finanziamento è complesso - sottolinea Cassese - il crowdfunding è una formula articolata, che richiede una serie di operazioni preliminari, tecniche e organizzative. Attualmente stiamo definendo proprio questa serie di operazioni preliminari».

Un progetto questo che si interseca anche con l'iniziativa culturale, religiosa, urbanistica ed economica proposta dall'associazione «Una statua per San Nicola» coordinata dgli avvocati Losurdo e Varricchio che si pone l'obiettivo di creare un’altra statua di San Nicola che accolga i pellegrini di tutto il mondo in arrivo a Bari per pregare sulla tomba del santo. La compresenza sulla scena pubblica di ben due progetti dedicati alla figura del Vescovo di Myra è vista da Cassese in modo positivo: «Innanzitutto segna l’attaccamento della Città alla figura del proprio Santo protettore – che si presta evidentemente anche a forme di “devozione laica” – che, attraverso l’universalità della sua immagine, ambisce ad affermare il primato di città più grande dell’Adriatico e un ruolo chiave nel protagonismo del Mediterraneo a livello europeo e internazionale. Cioè è l’espressione dell’ambizione della Città a proiettarsi su circuiti di relazioni sovra-locali e sovra-nazionali, anche attraverso la figura di San Nicola. E poi rappresenta una dimostrazione plastica del crescente recupero del rapporto della Città con il mare che si afferma anche sul piano simbolico. Non è un caso che i due progetti cerchino il proprio spazio vitale nell’interfaccia tra terra e acqua».

L'architetto però non si sbilancia: «Non ho elementi per esprimere opinioni sull'altra iniziativa. Dalle immagini circolate di recente e dalle dichiarazioni pubbliche, in comune le nostre due iniziative hanno solo il soggetto, San Nicola appunto. Certamente sono due progetti molto diversi nei presupposti, nei contenuti e negli esiti figurativi». Chissà che questo riscoperto legame con il Patrono di Bari non possa giovare in futuro al capoluogo pugliese: in fin dei conti, come dicevano i latini, meglio abbondare che deficere, no?

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