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Elezioni in Palestina - Testa a testa Al Fatah-Hamas. L'affluenza ha superato il 77%

 

Mercoledì 25 Gennaio 2006, 00:00

02 Febbraio 2016, 19:23

RAMALLAH - Il movimento Al Fatah del presidente Abu Mazen ha detto questa sera di ritenere di avere vinto la grande sfida per il potere con il movimento islamico Hamas alle elezioni politiche palestinesi che si sono svolte oggi nei Territori. I dati ufficiali saranno resi pubblici probabilmente non prima di domani. Stando a prime indicazioni diffuse dalla Tv araba Al Arabiya, Al Fatah potrebbe avere ottenuto il 40% dei voti contro il 30% ad Hamas. Secondo la Tv israeliana Canale 10 Al Fatah risulterebbe per ora in vantaggio del 5-10% su Hamas.
«Siamo sicuri che il Fatah ha vinto con una percentuale che gli consentirà di formare il governo» ha detto questa sera uno dei dirigenti del movimento, Mohammed Shtayyeh. Sono però indicazioni da prendere con estrema prudenza, anche in considerazione della complessità del voto palestinese, per metà al proporzionale per liste nazionali e per l'altra meta al maggioritario per liste regionali. Gli istituti di sondaggio per questo lavorano con un notevole margine di errore. Fonti di Hamas hanno invitato a attendere i risultati ufficiali, ritenendo non attendibili le prime indicazioni.
UNA GIORNATA STORICA - Per moltissimi palestinesi è stata una giornata storica, un esercizio di democrazia probabilmente senza paragoni nel mondo arabo. La partecipazione è stata superiore al 77%. Durante le operazioni di voto non sono stati registrati incidenti di rilievo. Centinaia di migliaia di palestinesi (oltre 1,3 milioni gli iscritti) hanno partecipato in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza alle seconde elezioni parlamentari della storia dell'Anp, dieci anni dopo le prime, tenute nel 1996. In palio i 132 seggi del nuovo parlamento di Ramallah. Gli osservatori europei che hanno seguito le operazioni di voto hanno precisato che si erano svolte in maniera complessivamente corretta.
Per molti palestinesi è stato un voto per il cambiamento, dopo oltre un decennio di egemonia di Al Fatah. Il movimento islamico Hamas è sicuro di ottenere un numero importante di seggi nel nuovo parlamento finora dominato senza opposizione dal partito fondato da Yasser Arafat.
«I palestinesi hanno voluto segnare la fine dell'era Arafat» ha detto l'eurodeputata del Pse Lilli Gruber, che ha seguito il voto a Gaza City. Per la prima volta nella storia palestinese la supremazia di Al Fatah è stata messa in discussione da un altro movimento politico. I sondaggi della vigilia hanno confermato la rimonta avvenuta negli ultimi mesi in seno all'opinione pubblica da Hamas, che ha fatto campagna in particolare contro la corruzione endemica dell'Anp, ereditata dalla gestione del precedente presidente Yasser Arafat, e contro l'insicurezza diffusa nei Territori. Hamas si è presentato come il partito dei 'pulitì, promettendo una gestione diversa della società palestinese.
Al Fatah, dopo mesi di lacerazioni interne, si è affidato al molto popolare Marwan Barghuti, il capo dei riformatori interni detenuto in Israele, dove sconta una condanna a cinque ergastoli, indicato come capolista nazionale, per resistere alla crescita di Hamas. Molti elettori delusi dal 'vecchiò Fatah hanno comunque dato in fin dei conti il voto al partito sperando in una svolta grazie a Barghuti ed agli altri riformatori, che da tempo denunciano la corruzione.
L'INCOGNITA HAMAS, IPOTESI GRANDE COALIZIONE - L'arrivo in forze del movimento islamico - iscritto sulle liste del terrorismo internazionale di Ue e Usa, e che rifiuta di disarmare le proprie milizie - introduce una forte incognita per il futuro. Non è escluso che il movimento islamico possa andare al governo, in particolare nel quadro di una alleanza di 'unione nazionalè con il Fatah, come ha proposto Barghuti. I dirigenti di Hamas durante la campagna hanno però precisato di non avere deciso se puntare o meno al governo, neppure in caso di vittoria. Un loro ingresso nell'esecutivo potrebbe complicare i rapporti fra l'Anp, da un lato, Israele, Ue e Usa dall'altro, e mettere a repentaglio l'attesa ripresa del processo di pace prevista per dopo le elezioni politiche israeliane del 28 marzo. Durante la campagna Hamas ha però lanciato alcuni segnali di relativa moderazione, aprendo fra l'altro all'ipotesi di futuri negoziati con Israele attraverso una parte terza. L'ipotesi di un ingresso di Hamas nelle istituzioni Anp potrebbe però non essere in contrasto con la strategia di lungo termine del presidente palestinese Abu Mazen, che punta a fare uscire il movimento islamico dall' angolo della lotta armata e della violenza.
Stando a fonti Anp non è escluso che il rais intervenga sull'esito delle elezioni già questa notte.
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