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Agente Cia "bruciata": interrogato il vice di Bush

Agente Cia "bruciata": interrogato il vice di Bush

 

Sabato 05 Giugno 2004, 20:51

19 Giugno 2025, 18:25

WASHINGTON - L'inchiesta sul funzionario della Casa Bianca che ha tradito l'identità di una "Mata Hari" della Cia sta sfiorando il vertice dell'amministrazione Bush.
Il vicepresidente Dick Cheney è stato interrogato nei giorni scorsi dagli inquirenti e lo stesso presidente George W. Bush si è consultato con un avvocato in vista di una sua probabile testimonianza sulla delicata vicenda.
Cheney, che non era sotto giuramento, ha dovuto rispondere alle domande del procuratore speciale Patrick Fitzgerald su chi alla Casa Bianca fosse a conoscenza dell'informazione segreta e su chi potrebbe averla rivelata. Rivelare l'identità di un agente segreto americano è un crimine federale che può comportare fino a dieci anni di carcere.
Lo scandalo è divampato quando due funzionari della Casa Bianca hanno rivelato al giornalista Bob Novak che Valerie Plame, moglie del diplomatico Usa Joseph Wilson, era una agente della Cia.
Il giornalista aveva pubblicato l'informazione nel luglio scorso, "bruciando" la carriera di agente segreto della donna.
Wilson ha accusato la Casa Bianca di avere agito per vendetta: l'ex ambasciatore aveva appena scritto sul "New York Times" un commento per criticare la politica di Bush sull'Iraq e in particolare l'affermazione che Baghdad aveva cercato di procurarsi uranio in Niger.
Wilson, che era stato incaricato dalla Casa Bianca di indagare proprio su questo aspetto africano ed aveva concluso che si trattava di informazioni false, era il massimo esperto in materia e la sua presa di posizione pubblica aveva irritato la Casa Bianca. In un libro pubblicato di recente, Wilson aveva accusato il capo dello staff di Cheney, Lewis "Scooter" Libby, di essere all'origine della "soffiata" a Novak.
Un'indagine sulla vicenda, in corso da quasi sei mesi, ha visto l'interrogatorio di numerosi funzionari della Casa Bianca.
Il procuratore Fitzgerald ha chiesto anche i tabulati delle telefonate fatte dall'Air Force One, migliaia di e-mail inviate dalla Casa Bianca e gli appunti di alcuni funzionari dell' amministrazione Bush.
Il presidente americano, definendo «un crimine molto grave» la vicenda, ha invitato i suoi collaboratori ad offrire la «massima collaborazione» agli inquirenti.
«Desidero conoscere la verità su quanto è accaduto - ha detto il presidente americano subito prima di partire per l'Europa - e sono disposto ad offrire il mio contributo personale». Tutto lascia pensare che Bush abbia detto questo dopo avere saputo che Fitzgerald intendeva ascoltarlo.
È stato oggi rivelato che Cheney è già stato interrogato.
Viste le accuse lanciate da Wilson contro Libby, stretto collaboratore di Cheney, la testimonianza del vicepresidente potrebbe essere stata di particolare interesse. Non è stato rivelato il contenuto delle risposte di Cheney.

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