L’Istituto di fisica dell’Università nazionale autonoma del Messico (Unam) ha respinto mercoledì le affermazioni secondo cui due corpi sezionati, mostrati dall’ufologo Jaime Maussan al Congresso messicano come «esseri non umani», appartengono a extraterrestri, come sostenuto dall’esperto. E’ la stessa università a scriverlo sul proprio sito.
Martedì Jaime Maussan aveva mostrato due corpi presentandoli come prova della presenza di vita extraterrestre nell’universo durante la prima udienza pubblica volta a sollecitare una possibile legislazione sui cosiddetti ufo in Messico
Durante la sua presentazione, l’ufologo e comunicatore messicano ha vantato che i due corpi ritrovati in Perù avevano più di 1.000 anni, secondo le ricerche condotte dal Laboratorio Nazionale di Spettrometria di Massa con Acceleratori (Lema) dell’Unam. Ma l’Unam, appunto, nega. Sul suo sito si legge che "il lavoro di datazione al carbonio 14 effettuato presso Lema ha il solo scopo di determinare l’età del campione portato da ciascun utente e in nessun caso si traggono conclusioni sull'origine di detti campioni».
I presunti corpi 'non umanì mostrati ieri al Parlamento messicano (la cui natura aliena non è stata confermata oggi dall’Università nazionale autonoma del Messico) tengono banco anche alla conferenza stampa indetta dalla Nasa per annunciare la prossima nomina di un direttore per lo studio dei fenomeni anomali non identificati (Uap).
Alla domanda dei cronisti, volta a capire se le autorità messicane avessero in qualche modo interpellato la Nasa, ha risposto l’astrofisico di Princeton David Spergel, presidente della Simons Foundation e capo della commissione indipendente a cui la Nasa ha commissionato lo studio sugli Uap. «Ho visto la notizia solo su Twitter: quando hai cose insolite devi rendere i dati pubblici», ha detto Spergel. «Se dovessi dare una raccomandazione al governo messicano, direi di rendere i campioni disponibili alla comunità scientifica internazionale».
«Uno dei principali obiettivi di quello che stiamo facendo oggi - ha aggiunto Dan Evans, del direttorato per le missioni scientifiche della Nasa - è spostarci da congetture e cospirazioni alla scienza e questo si fa con i dati, come ha detto David, e questo è l’obiettivo della nostra roadmap»