Sabato 06 Settembre 2025 | 22:39

Referendum per portare Matera in Puglia, la Cassazione: «La richiesta è legittima»

 
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Referendum Matera in Puglia, per la Corte Suprema di Cassazione «la richiesta è legittima»

Foto d'archivio

Il comitato promotore: abbiamo ricevuto gli atti per redigere la domanda referendaria e abbiamo individuato un delegato che seguirà l’iter amministrativo

Giovedì 13 Marzo 2025, 17:56

20:09

MATERA - In risposta all’istanza avanzata dagli ex parlamentari Corrado Danzi e Tito Di Maggio, «ritenendo legittima» la richiesta di referendum sul passaggio di Matera dalla Basilicata alla Puglia, la Corte Suprema di Cassazione «ha inviato tutte le procedure da seguire per redigere la domanda referendaria e ha individuato un delegato che seguirà l’iter amministrativo».

La notizia (anticipata stamani dal Quotidiano di Basilicata-L'Altravoce) è stata confermata dall’ex senatore Di Maggio, che nel marzo del 2024 aveva presentato la proposta insieme a Danzi e ai rappresentanti della neonata associazione «Matera Terra d’Otranto». Una denominazione non casuale, legata alla appartenenza fino al 1663, per motivi territoriali, amministrativi e culturali, di Matera e di parte del suo comprensorio alla Puglia. Rapporto che non è stato mai reciso vista la vicinanza a quella regione, appena 15 chilometri, e con rapporti continui sul piano economico, dei servizi e dell’utilizzo di infrastrutture e di servizi di trasporto.

Di Maggio e Danzi, presentando il progetto, avevano messo in evidenza che «il nostro è un progetto che ha come scopo quello di stimolare il protagonismo della città con azioni dirompenti che riteniamo necessarie per consentire a Matera di ricevere le attenzioni che merita e che possono consentirle di accelerare e amplificare i suoi processi di sviluppo». I due ex senatori hanno in più occasioni motivato la richiesta di referendum «con le opportunità che la Puglia offre sul piano del dinamismo economico e dell’offerta dei servizi e di superare i limiti di subalternità e di autonomia decisionale in una Regione, la Basilicata, con due province dal peso amministrativo penalizzante (cento Comuni in provincia di Potenza, 31 in quella di Matera) che hanno favorito negli anni un accentramento di funzioni e servizi nel capoluogo di regione, impoverendo i territori e alimentando l’emigrazione penalizzando le potenzialità di Matera».

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