METAPONTO - Non vogliono più subire inermi una situazione di profondo disagio, che ormai condiziona quotidianamente le loro vite. Così i residenti del borgo di Metaponto, dopo l’ennesima aggressione a due concittadini per mano di un giovane gambiano, pare in condizioni di disagio psicologico, ora intendono strutturare un’azione di sollecito istituzionale continuo. La decisione è emersa domenica sera, dopo un incontro molto partecipato nella sala consiliare della Delegazione comunale, alla presenza di alcuni amministratori comunali. Un’occasione utile per far confluire verso gli intenti del comitato spontaneo anche altri cittadini del borgo, fino ad allora completamente ignari di questo moto popolare in atto da circa due settimane.
Si intende continuare sulla linea della sensibilizzazione delle autorità a tutti i livelli, hanno fatto sapere alla Gazzetta i portavoce del comitato, cercando di risolvere problemi di interesse comune e «procedendo con la costituzione di un organo/strumento che possa essere più efficace a far giungere all’Amministrazione comunale la voce dei cittadini. Aspettiamo tutti i cittadini in Delegazione comunale, per maggiori dettagli, o per prendere visione di tutta la documentazione prodotta». Il riferimento è al nutrito dossier fotografico, predisposto nei giorni scorsi per documentare lo stato di degrado e abbandono in cui versano zone centrali del borgo, a due passi da luoghi di interesse turistico e residenziale. Rifiuti speciali e ingombranti ammassati ovunque, sporcizia, sacchi di rifiuti urbani lasciati nei pressi dei cestini per la raccolta di piccole quantità; e poi ancora accampamenti di braccianti agricoli extracomunitari disperati e abbandonati a sé stessi sotto il cavalcavia di Metaponto, oppure nei tanti casolari disabitati nei pressi del centro urbano.
Una situazione brutta da vedere e drammatica da vivere, che alimenta la rabbia e la frustrazione di un popolo di immigrati, invisibile alle istituzioni ed all’anagrafe, ma ben presente nella vita quotidiana di ogni cittadino, con un rapporto numerico stimato in tre stranieri ogni cittadino residente. Dal comitato hanno precisato fin da subito che non c’è alcuna volontà di discriminare o sottoporre queste persone a pregiudizi razziali, ma si chiede che queste persone vengano identificate e censite, per poi aiutarle a trovare in primis una sistemazione alloggiativa migliore, che è l’anticamera di un’auspicabile integrazione. Domenica sera i presenti sono stati informati sulle azioni intraprese finora dal comitato spontaneo, c’è stato anche un acceso scambio di opinioni con gli amministratori comunali presenti, in merito alla questione dell’ordine pubblico e della sicurezza. È stata letta e condivisa durante l’incontro la lettera aperta alle istituzioni, di cui la Gazzetta aveva dato notizia nella stessa mattina, mentre scorrevano sullo schermo le foto raccolte nel dossier che documentano anche il disagio percepito dai cittadini. Si è, infine, chiesta la collaborazione di tutti nel portare avanti questa protesta, «volta a tutelare rispetto e legalità, principi che sembravo venire meno», come è stato rimarcato.