PISTICCI - Il fronte della frana lo si raggiunge all’imbocco della vecchia strada provinciale Pozzitello - Pisticci mare, ormai chiusa al traffico, nei pressi dell’ex macello comunale.
Un lungo costone argilloso orientato a nord dell’abitato di Pisticci, su cui si staglia all’orizzonte la vallata con l’area industriale e la strada statale 407 Basentana. Ma allargando lo sguardo dalla parte opposta ecco svettare il Rione Cammarelle, già lambito pericolosamente dal grave incendio della scorsa estate.
È questo uno dei siti, appena a ridotto del paese, che toglie il sonno ai residenti ed agli amministratori locali.
Eppure il Comune ha già predisposto un progetto dell’importo di 46 milioni 361 mila euro per il consolidamento delle aree più sensibili e soggette al dissesto idrogeologico ma è in attesa di ottenere i finanziamenti.
Questo è il grande paradosso ai tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: i soldi ci sono ma non vengono spesi e in molti ambiti istituzionali, con strutture tecniche spesso inadeguate alla portata del Pnrr, rendicontare i progetti candidati ai finanziamenti, è impresa farraginosa che finisce nei meandri della burocrazia. Un pantano, quasi come quel terreno friabile e calanchifero che inesorabile scivola verso la Valbasento. Tutto questo mentre il territorio e le comunità rivendicano interventi finalizzati a prevenire eventi calamitosi. Il dramma che si è consumato ad Ischia a novembre, nella frazione di Casamicciola Terme, non è che l’ultimo evento di una lunga serie che colpisce un Paese esposto alle frane.
Pisticci ne sa qualcosa. Basta scandagliare nel tempo ed ecco riaffiorare i ricordi di tragedie che hanno segnato la storia del borgo. La tragica notte di Sant’Apollonia del 9 febbraio 1688 nel Rione Terravecchia è solo un doloroso episodio di una sequela che giunge fino ai giorno nostri. Il Comune di Pisticci invoca il sostegno della Regione Basilicata alla quale ha presentato il progetto definitivo predisposto dall’Ufficio Tecnico e approvato con la delibera di Giunta comunale lo scorso 3 novembre.
Un documento redatto sulla base del progetto preliminare predisposto dall’Ufficio Tecnico nel 2012 e di quanto accaduto a seguito dell’incendio del luglio 2022 per interventi finalizzati alla prevenzione del dissesto idrogeologico.
Già nell’agosto 2012 un incendio di vaste proporzioni percorse oltre 1000 ettari del territorio comunale, propagandosi in prossimità della strada Ss 379 di fondovalle Basentana, interessando i valloni calanchivi a nord dell’abitato ed estendosi fino al versante sud lungo i rimboschimenti realizzati nel contiguo bacino del fiume Cavone. Un quadro che è stato ulteriormente aggravato dall’incendio del luglio 2022 al punto che subito dopo il rogo la giunta Albano chiese il riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità naturale. Gli interventi da porre in atto sono di tipo naturalistico, diradando le piante secche e mettendo a dimora nuove piante arbustive ma anche attraverso un consolidamento strutturale che non appesantisca il terreno mediante gradonate e palificazioni in legno. Dopo le piogge delle scorse settimane e i cedimenti successivi al momento sembra tutto tranquillo. «Ma con un terreno così friabile - ammonisce Vito Crisanti, dottore forestale che ha collaborato alla stesura del progetto redatto dal Comune di Pisticci - è come nascondere la cenere sotto il tappeto».