MATERA - È indiscutibile il forte legame che esiste tra la città dei Sassi e il mondo del cinema. Lo abbiamo visto negli ultimi mesi, prima con il «Matiff» e poi con il «Matera Film Festival» che sta lavorando per creare relazioni e collaborazioni internazionali per potenziare l’impatto che la settima arte ha sulla città, sia in termini di ricadute economiche che di avvio di produzioni internazionali.
A breve, Matera sarà al centro di un nuovo kolossal. I primi contatti nei mesi scorsi, con visite esplorative alle location più adatte al film, mentre il Comune si sta già muovendo per preparare il terreno all’arrivo della troupe. Quest’ultima produzione però sarà il banco di prova della città, e se tutto andrà bene altre produzioni internazionali saranno pronte a investire sul territorio. A sottolinearlo è Raffaele Stifano, guida turistica e assistente location manager, che da vent’anni collabora con il produttore cinematografico Enzo Sisti. «Il cinema porta soldi, visibilità, conoscenza nel mondo e turismo – sottolinea Stifano alla Gazzetta – tuttavia la città non ne ha compreso le potenzialità e negli ultimi anni si sta uscendo fuori dai canoni, si pensa a cogliere l’occasione, e non si ragiona sugli effetti che questo modo di operare ha sul territorio. Molte produzioni non a caso, cercano altrove per restare nei costi e se si trovano a dover scegliere tra posti simili situati in regioni differenti, è chiaro che si spostano dove l’offerta complessiva è migliore, non solo in termini economici ma anche di accoglienza. La soluzione è quella di ragionare insieme, organizzarsi, e far capire ai cittadini e agli operatori che il cinema è una opportunità da cogliere. Adesso c’è questo progetto cinematografico in divenire, è l’ultimo test cinematografico a cui ci sottoponiamo, e se dovesse passare indenne, altre produzioni sono già pronte a venire in città. Questo significa che tutti devono collaborare per il bene della città».
Ci sono altri aspetti che vanno tenuti in considerazione, se si vuole che Matera faccia uno scatto in avanti, creando un sistema-cinema che permetta alla produzioni di fermarsi e trovare tutto il necessario per operare in loco. «Oltre alla mancanza di una guida a livello regionale con la Lucana Film Commission che vacilla – spiega Stifano – mancano gli spazi utili e adeguati da mettere a disposizione delle produzioni. Cercano spazi per gli uffici, per sistemare i materiali e le scenografie , teatri di posa, che noi non abbiamo. Per James Bond ad esempio si è rischiato di portare tutto a Gravina dove hanno un centro fiere. Le Amministrazioni comunali sono sempre a disposizione, questo è indubbio, ma bisogna lavorare anche in questa direzione».
Criticità sollevate anche dal regista Geo Coretti che da anni lavora con le produzioni cinematografiche nazionali e internazionali. Coretti parla di servizi da migliorare e di mancanza di strutture, spiegando che Matera non è riuscita a sfruttare appieno ciò che Mel Gibson con The Passion ha portato alla città. «Sono passati venti anni dal kolossal che ha proiettato Matera sulla scena cinematografica internazionale ma da allora non è stato realizzato nulla di più. Mancano le strutture per fare gli interni e gli effetti speciali e i teatri di posa. In più con tutte le scenografie che le produzioni hanno portato, si sarebbe potuta creare una piccola Cinecittà, magari nella zona Paip usando i capannoni abbandonati, e sarebbe stato un ulteriore attrattore turistico».
Altra questione le maestranze e i tecnici specializzati. «Rispetto a 10 anni fa la situazione è migliorata ma manca ancora la formazione fatta da persone come noi che lavorano nel cinema e che devono formare non solo i giovani ma anche i responsabili amministrativi che devono capire di cosa stiamo parlando. Oggi la richiesta è alta perché il cinema è in espansione con l’avvento delle piattaforme, c’è tanto lavoro. Manca però una visione unitaria», un progetto che faccia crescere il territorio e che coinvolga tutto il tessuto cittadino. Altro aspetto, Matera con la sua offerta sta diventando sempre più un luogo per pochi, «ed anche quei pochi disposti a pagare, come le produzioni americane, stanno cercando altre strade per contenere i costi – sottolinea Franco Campagna già location manager e oggi direttore di produzione –. Un problema che non si riscontra nel potentino, infatti qui stiamo vedendo di fare qualcosa in più. È un terreno vergine rispetto a Matera e ne hanno compreso le potenzialità. Potenza ha più bisogno di una vetrina cinematografica e questo spinge amministrazione, enti pubblici e i privati a calmierare i prezzi e a incentivare le produzioni». Campagna torna poi sulla questione della formazione. «Manca il personale formato – dice – la soluzione sarebbe quella di incentivare il cinema a produrre in Basilicata, in modo da avere una continuità di produzioni permettendo così alla gente di imparare sul campo. Il cinema non lo impari sui libri ma sul set».