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Matera città del pane, ma nessuno vuole più farlo

 
Donato Mastrangelo

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Donato Mastrangelo

Matera città del pane, ma nessuno più vuol mettere le mani in pasta

Agroalimentare in affanno per la carenza di manodopera. Molti fornai cercano il personale in Puglia

Mercoledì 11 Maggio 2022, 11:05

MATERA - Sempre meno giovani vogliono mettere le mani in pasta. Il settore della panificazione, che nella città dei Sassi vanta una consolidata tradizione, denuncia una crescente disaffezione verso un mestiere che richiede sì spirito di sacrificio e dedizione ma che è totalmente cambiato per il prezioso di supporto di moderne attrezzature e per gli orari che non richiedono più le levatacce di un tempo.
Eppure, come per numerosi lavori artigianali, la carenza di maestranze, soprattutto negli ultimi anni, è tangibile. Emerge una sostanziale mancanza di connessione con il mondo dell'istruzione e della formazione che non riesce ad intercettare quelle che sono le richieste di mercato.

«Negli ultimi anni - dichiara Angela Martino, presidente provinciale di Assopanificatori ed imprenditrice della panificazione di una famiglia che opera nel settore da oltre quarant’anni - è diventato problematico trovare persone disposte a lavorare nei panifici che credo che sia un fenomeno che rispecchia un po’ tutti i mestieri artigianali. Molti miei colleghi si rivolgono quindi alla vicina Puglia, ad Altamura ad esempio, oppure nei paesi della provincia di Matera. Chi percepisce comodamente il reddito di cittadinanza perché dovrebbe scegliere di lavorare in un forno? È duro ammetterlo ma la realtà è questa. È così è il titolare che si sacrifica per dare una mano nella produzione. Anche perché molti di noi non posso accontentarsi solo dell’incasso giornaliero; i costi di gestione sono tanti e quindi, c’è anche da assicurare la vendita indiretta a ristoranti, sale ricevimenti ed altre strutture».

Sono una ventina i panifici in città e mediamente la produzione di ogni singola attività si aggira sui 4 - 5 quintali di pane al giorno. La formazione potrebbe costituire una soluzione al problema della carenza di personale? «Stiamo ragionando anche su questo. Certamente - conclude Martino - un tentativo andrebbe fatto ma anche enti e istituzioni devono essere consapevoli che il pane rappresenta un prodotto identitario della città e quindi patrimonio da tutelare e valorizzare. Noi siamo pronti a mettere a disposizione il nostro saper fare».

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