Lunedì 17 Novembre 2025 | 16:21

Lecce, nuove «armi» per arginare le aggressioni ai sanitari: via libera della Asl a protocollo operativo

Lecce, nuove «armi» per arginare le aggressioni ai sanitari: via libera della Asl a protocollo operativo

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Lecce, nuove «armi» per arginare le aggressioni ai sanitari: via libera della Asl a protocollo operativo

Con la Prefettura di Lecce. Punti di vigilanza, videocamere, teleallarme e dispositivi personali. Corsi per il personale e sensibilizzazione a partire dalle scuole

Lunedì 17 Novembre 2025, 14:14

Un “patto di ferro" per fermare la spirale di violenza che colpisce medici, infermieri e operatori socio-sanitari, soprattutto nei contesti più critici come i pronto soccorso. Mercoledì Prefettura e Asl Lecce sottoscriveranno un nuovo Protocollo operativo che mira a prevenire aggressioni fisiche e verbali, assicurare interventi tempestivi delle forze dell’ordine per costruire una cultura di tutela e rispetto verso chi lavora in prima linea.

La Asl, intanto, giovedì scorso ha deliberato l’approvazione del Protocollo.

Il documento parte da un principio chiaro: gli operatori sanitari sono quotidianamente esposti a rischi che possono sfociare in episodi di violenza anche grave. Un fenomeno che richiede interventi strutturati e coordinati. Il Protocollo dà attuazione alle disposizioni della legge 113/2020 e alle linee di indirizzo approvate dalla Regione Puglia, prevedendo impegni specifici per Prefettura, Asl e forze di polizia.

Cuore dell’accordo è la definizione di un sistema integrato di prevenzione e risposta. Le strutture considerate “ad alto rischio” - dai pronto soccorso al 118, dalle guardie mediche ai servizi psichiatrici e alle dipendenze - saranno dotate di punti di vigilanza dedicati, videosorveglianza potenziata, sistemi di teleallarme collegati alle centrali operative e dispositivi personali per gli operatori, come le apparecchiature “uomo a terra” o app di emergenza geolocalizzate. La Regione Puglia aggiornerà periodicamente la mappa delle strutture più esposte, grazie ai dati dell’Orseps (l'Osservatorio regionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie), mentre Prefettura e direzione generale Asl analizzeranno i report per calibrare le misure necessarie. Nei casi più complessi, potrà essere convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato alle istituzioni sanitarie e agli ordini professionali.

Importante anche il ruolo delle forze dell’ordine: oltre ai posti fissi già presenti nei principali ospedali, è previsto l’inserimento dei presidi sanitari sensibili nel Piano di controllo coordinato del territorio, con passaggi frequenti delle pattuglie e interventi attivabili tramite il numero unico di emergenza 112. Pur rimanendo “ipotesi eccezionale”, l’intervento diretto delle forze di polizia sarà garantito in presenza di reali pericoli per gli operatori.

La direzione generale dell’Asl si impegna inoltre a organizzare corsi obbligatori di formazione per il personale su comunicazione, gestione dei conflitti ed emergenze comportamentali; a realizzare campagne informative visibili al pubblico; e a incoraggiare la denuncia di ogni episodio di violenza, anche verbale. Un focus particolare sarà rivolto alle scuole, con iniziative di sensibilizzazione congiunte con l’Ufficio scolastico provinciale.

Il messaggio del Protocollo è forte: tolleranza zero verso ogni aggressione. Un impegno istituzionale che punta a restituire sicurezza agli operatori e, con essa, migliori condizioni di lavoro e servizi più efficaci per i cittadini. Una rete collaborativa che prova a rispondere a un’emergenza reale, sempre più drammatica, con strumenti coordinati, tecnologia e un’azione comune di prevenzione. Una scelta che vuole segnare un cambio di passo nella tutela di chi, ogni giorno, lavora per la salute di tutti.

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