Giovedì 09 Ottobre 2025 | 19:59

Lecce, per i filobus ritornano i veleni: «Ritirate la parola tangenti»

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Lecce, per i filobus ritornano i veleni: «Ritirate la parola tangenti»

L’opposizione rievoca una vecchia inchiesta. E il sindaco non ci sta

Giovedì 09 Ottobre 2025, 14:05

Nelle circa 8 ore e mezza del Consiglio comunale di martedì sul potenziamento del filobus, non c’è stato solo il chiarimento dei tecnici, ma anche un durissimo scontro tra le due visioni della mobilità. Non sono mancati gli “sconfinamenti”, come quando il vicesindaco Roberto Giordano Anguilla ha bacchettato la precedente amministrazione per aver costruito «in 7 anni solo piste ciclabili, sempre deserte, con barriere architettoniche pericolose».

Sono riemersi anche vecchi veleni. A mezzanotte ormai abbondantemente superata il sindaco Adriana Poli Bortone è intervenuta per chiedere di cancellare «una parola grave» che evoca l’indagine sulle “tangenti” mai provate: «Non solo sono stata assolta, mi hanno pure restituito 500mila euro, al posto vostro cancellerei: dovreste vergognarvi!». Tra le righe la minaccia di una querela per diffamazione. Nell’ordine del giorno proposto dalla minoranza, ritenuto inammissibile perché chiedeva il ritiro di una proposta di finanziamento inoltrata al Ministero, è spuntata la citazione della delibera comunale del febbraio 2017. Nel documento si legge che «il Comune di Lecce si è costituito parte civile nel processo sulle tangenti legate alla realizzazione delle prime linee filoviarie con la seguente motivazione: un’opera «che ha rappresentato per l’amministrazione un danno con effetti permanenti, giacché del tutto inadeguata rispetto alle esigenze». Per il sindaco una manipolazione che tende a gettare nuove ombre citando inchieste da cui lei è uscita pulita.

Ma la seduta aveva già preso pieghe aspre, con interventi che sono andati ben oltre il merito tecnico del progetto. Carlo Salvemini, insieme al capogruppo di Lecce città pubblica, Sergio Della Giorgia, ha accusato la maggioranza di aver portato in aula una scelta già fatta, senza confronto e partecipazione cittadina. Paolo Cairo e il sindaco hanno citato il punto del programma elettorale in cui si parla del “trolleybus”, ovvero del filobus, per respingere l’accusa di aver tenuto all’oscuro gli elettori. «È come se nel mio programma avessi parlato di “cycle path” per dire che avrei puntato sulle piste ciclabili: si nasconde il progetto dietro a un termine in inglese, che non viene utilizzato nemmeno per presentare il progetto al Ministero», ha replicato Salvemini. La minoranza ha ribadito che i leccesi non vogliono il filobus e che sono accorsi a firmare per il referendum, anche esponenti del centrodestra. Dalla maggioranza Luigi Quarta Colosso ha sostenuto che l’opposizione è legata al vecchio progetto, il nuovo contempla una serie di importanti interventi infrastrutturali. E Paolo Cairo ha ricordato che arriveranno anche i bus elettrici: «Proponiamo un’idea di città che cambia la mobilità urbana in cui il filobus incide solo al 10%».

«Dieci anni fa erano stati previsti 13mila passeggeri e oggi ne abbiamo solo 4mila: il dato è eclatante - ha affermato Salvemini - Se mi avessero annunciato un aumento di oltre il 500% dell’utenza grazie al potenziamento del filobus, non lo avrei mai preso sul serio, perché in nessuna parte d’Italia è avvenuto». Poli Bortone ha replicato tranchant: «Avete una presunzione pazzesca, addirittura avete presentato una mozione prima di sapere come andava a finire il dibattito. Avete detto che il Consiglio è inutile, invece confrontarsi fa crescere. Dite bugie, avete un metodo comunista, non avete fatto niente in 7 anni per i trasporti. Il vostro progetto in 9 anni era di comprare 20 bus a metano usati, altro che rispetto dell’ambiente. Noi siamo i veri ambientalisti».

Nessuna intesa nemmeno sui pali da installare: per il consigliere Pd, Paolo Foresio, saranno 900, secondo il sindaco, che ha chiamato gli oppositori “ecologisti da salotto”, molti di meno.

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